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LE PROFESSIONALITÀ E L’UNIVERSITÀ DEL FUTURO. INTERVISTA ALLA MINISTRA MESSA PDF Stampa E-mail

L'Università italiana è in grado di preparare i giovani a quelle che l'Ue ha definito le professionalità del futuro?
"Occorre che i percorsi della formazione superiore soddisfino sempre più adeguatamente il fabbisogno di competenze espresso, oggi, dal mercato del lavoro. Per questo, ciò che stiamo facendo è avviare un percorso di cambiamento che parta dall'analisi e dall'ascolto di ciò che la pubblica amministrazione, le aziende, il settore produttivo chiedono e prevedono per il futuro. Abbiamo chiesto ai vari Ministeri competenti, da quello per l'Innovazione tecnologica e la Transizione Digitale a quello della Transizione ecologica, a quello della Pubblica amministrazione, le figure di cui avranno bisogno per portare avanti, negli anni, le politiche che stiamo promuovendo. Da qui partiremo per rivedere anche l'offerta di corsi universitari. E stiamo dando concretezza ad alcune riforme avviate nei mesi scorsi e pensate per garantire delle competenze interdisciplinari e una maggiore flessibilità dei percorsi di studio per quanto attiene alle attività formative affini o integrative, poiché sempre di più alla conoscenza tecnica si affianca la necessità di saper gestire, mediare e risolvere problemi".
Come immagina l'Università del futuro?
"L'università che ripartirà dovrà ideare modalità di insegnamento blended, in presenza e a distanza, volta a formare studenti in modo più completo e agevole per loro. Immagino un'Università molto attenta nel dare un ambiente che sia compatibile con ciò che vogliamo oggi, con un'attenzione agli spazi, al verde, al digitale e alla sostenibilità ambientale. L'Università è pronta a essere vissuta in presenza e a costruire un modello inclusivo e innovativo che parta dalla trasformazione digitale ed ecologica. La immagino anche un'Università pronta a interagire sempre di più con il mondo produttivo, con una spinta alla mobilità e all'internazionalizzazione. La Covid ci ha mostrato che i confini non esistono; l'Università deve ritrovare questa sua dimensione che ha sempre avuto, ma che forse ha rischiato di perdere". (F: P. Penna, qds.it 27.04.21)