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INDICATORI DI PERFORMANCE. UNA OSSESSIONE PER SCALARE LE CLASSIFICHE PDF Stampa E-mail

Un numero sempre più alto di comunità scientifiche e di addetti ai lavori della valutazione scientifica è ormai consapevole dei pericoli esiziali che questa ossessione per gli indicatori proietta sul futuro delle nostre Università e sulla ricerca di qualità. La Carta DORA (https://www.roars.it/online/dora/), sottoscritta da più di 2.000 organizzazioni e istituzioni scientifiche di tutto il mondo, proclama solennemente che l'Impact Factor di una rivista non può in alcun caso essere utilizzato per giudicare le qualità di un ricercatore. E invece, nel tentativo di "scalare le classifiche", ogni ateneo s'impegna a rinnovare cieca fedeltà al modello imposto da indicatori di performance congegnati per celebrare il modello delle grandi università anglosassoni che hanno a disposizione ingentissime risorse, soprattutto se paragonate a quelle degli atenei di altre nazioni e, in particolare, di quelli italiani. È tempo che i media comprendano che non esiste una università migliore al mondo. E che le nostre autorità universitarie prendano consapevolezza che ciascuna delle nostre università coltiva i propri valori, le proprie specificità e i propri obiettivi, che non possono essere ricondotti a un numero. E che a furia di avere gli occhi inchiodati sulle classifiche, e di fare la rana che vuol diventare più grande del bue, costoro potrebbero un giorno scoprire di guidare un'istituzione che ha più niente di una vera Università. (F.te: Roars 15.09.20)