Home 2020 30 marzo RICERCA (2). VALUTAZIONE DELLA RICERCA ROARS NON RISPARMIA CRITICHE AI CRITERI DI VALUTAZIONE QUANTITATIVI IMPOSTI DALL’ANVUR
ROARS NON RISPARMIA CRITICHE AI CRITERI DI VALUTAZIONE QUANTITATIVI IMPOSTI DALL’ANVUR PDF Stampa E-mail

Da alcuni mesi, i criteri ANVUR e i suoi effetti distorsivi sull'università sono anche al centro di un vivace dibattito tra gli storici della scienza italiani. Oggetto della querelle è un saggio apparso nel gennaio 2019 sulla rivista Isis a firma di Francesco Luzzini, studioso affiliato al Max Planck Institute for the History of Science di Berlino.
La seconda parte dell'articolo ("Bibliographical Distorsions, Distortive Habits: Contextualizing Italian Publications in the History of Science") si concentra sul sistema di valutazione della ricerca introdotto in Italia nell'ultimo decennio, ed evidenzia come questo sistema abbia danneggiato la ricerca stessa e rafforzato – anziché arginare – il monopolio delle consorterie accademiche sugli spazi editoriali e, dunque, sul reclutamento universitario. Le considerazioni di Luzzini (che nel suo contributo cita anche numerosi articoli apparsi su Roars) si riferiscono in particolare alla storia della scienza; ma le questioni sollevate, com'è noto, interessano pressoché tutti cosiddetti settori "non bibliometrici". L'introduzione delle famigerate mediane ASN e delle ancor più famigerate liste, con la draconiana suddivisione tra riviste "di fascia A" e "scientifiche", ha infatti incentivato una cultura accademica dove la sede di pubblicazione di un lavoro conta molto di più della sua effettiva qualità. Ciò ha concentrato sempre più potere nelle mani dei curatori delle riviste "elette", che – essendo quasi sempre professori universitari – in sede d'abilitazione e di concorso hanno potuto contare su uno strumento pressoché infallibile e apparentemente oggettivo per penalizzare certi candidati a vantaggio d'altri. (F: Red.ne Roars 31.01.20)