Home 2010 02 Agosto La riforma dell’università (DDL 1905) approvata in aula dal Senato
La riforma dell’università (DDL 1905) approvata in aula dal Senato PDF Stampa E-mail
L'Aula di Palazzo Madama ha approvato, in prima lettura, il ddl 1905 di organizzazione delle Università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario. I voti a favore sono stati 152, 94 i contrari e un senatore si è astenuto. La parola passa ora alla Camera.
L'esame era iniziato con la relazione del sen. Valditara; il senatore aveva sottolineato che il provvedimento rappresenta la più importante riforma della legislatura in materia di istruzione e di ricerca e affronta in modo organico i temi strategici per lo sviluppo del sistema universitario, ispirandosi ai principi della responsabilità e del merito. In particolare viene superato il modello organizzativo incentrato sulla sovrapposizione del senato accademico e del consiglio di amministrazione, distinguendo nettamente le funzioni dei due organi. Viene inoltre favorita la federazione di due o più università per razionalizzare la distribuzione delle sedi e per ottimizzare l'utilizzazione delle strutture e delle risorse. Si introduce quindi un fondo per il merito, destinato a promuovere l'eccellenza fra gli studenti, che richiederà stanziamenti adeguati, e si trasforma definitivamente la figura del ricercatore, prevedendo contratti di ricerca triennali in sostituzione del contratto a tempo indeterminato e disponendo un contestuale aumento della retribuzione e degli incentivi alla mobilità. Notevoli sono state poi le modifiche apportate in Commissione Istruzione, tese a definire meglio i compiti e la composizione del senato accademico e del consiglio d'amministrazione, a semplificare la governance interna, a introdurre un codice deontologico che fissi in modo esplicito i doveri dei docenti, a semplificare l'accesso al fondo per il merito, a rivedere le norme sullo stato giuridico di professori e ricercatori, incrementando gli obblighi didattici e rendendo più liberale il regime delle incompatibilità. (Giovedì 29 luglio 2010)