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PUNTI ORGANICO. IL NUOVO GOVERNO HA CONFERMATO LE REGOLE DI RIPARTIZIONE INTRODOTTE DAL GOVERNO MONTI NEL 2012 PDF Stampa E-mail

È stato pubblicato il "DM dei criteri e del contingente assunzionale delle Università statali per l'anno 2018", che però non comporta una crescita complessiva, ma solo un travaso da un ateneo all'altro. Infatti, i 2.038 punti organico ripartiti corrispondono ad un turn-over del 100%: solo mettendo a dieta qualcuno è possibile che qualcun altro vada "ben oltre il normale turn over" (alcuni esempi: Bergamo (310%), Politecnico di Milano (237%), Milano Bicocca (186%), Varese Insubria (143%).
Fino al 2012 ogni ateneo con i conti in regola, secondo i parametri contabili del MIUR, era libero, al pari di altre pubbliche amministrazioni, di avere disponibilità del "proprio" turnover. Dal 2012, una norma prevista da un decreto-legge del Governo Monti ha tolto agli atenei tale autonomia, prevedendo che i pensionamenti avvenuti in un ateneo A possano essere conteggiati come turnover di un ateneo B, se B ha un bilancio ancora più solido del (pur virtuoso) ateneo A secondo un complicato algoritmo. Il meccanismo, è di fatto un unicum nella pubblica amministrazione e comporta che gli indicatori di bilancio dipendano in maniera significativa dalle entrate derivanti dalle tasse degli studenti.
Tali norme dovute al Governo Monti sono state applicate da tutti i governi che da allora si sono succeduti: Letta, Renzi, Gentiloni. Con alcune varianti. In particolare, anche a seguito delle proteste del mondo accademico e di un ordine del giorno in precedenza presentato dal Movimento 5 Stelle contro tali modalità di ripartizione, attraverso un DPCM il Governo Renzi (ministro Giannini), pur mantenendo l'impostazione originaria, ha proceduto a "calmierare" le evidenti distorsioni nel guadagno o perdita di punti organico da parte di un singolo ateneo, introducendo alcune clausole di salvaguardia, peraltro non particolarmente incisive, clausole poi confermate dal Governo Gentiloni (ministro Fedeli).
Il 28 dicembre 2018 il governo gialloverde ha varato un nuovo DPCM, a firma Conte, che detta le modalità di attribuzione delle facoltà assunzionali per i prossimi tre anni. Ebbene, il nuovo governo ha confermato pienamente le regole di ripartizione dei punti organico introdotte dal Governo Monti nel 2012 e applicate da allora da tutti gli altri governi. In particolare, è stata confermata la circostanza che i pensionamenti di un ateneo possano essere attribuiti ad un'altra università. L'unica novità è nelle clausole di salvaguardia: viene infatti eliminato ogni limite superiore al guadagno, a spese di altri atenei, di punti organico di un singolo ateneo, e portata al -50% (nel 2014 era -40%) la perdita massima del turnover di un ateneo virtuoso rispetto al turnover medio nazionale.
La ri-edizione del "decreto Monti", peraltro con l'eliminazione di qualunque clausola di salvaguardia superiore, ha riproposto ed anzi amplificato gli squilibri denunciati gli scorsi anni. Così abbiamo, come mostrato in Tabella, atenei con un turnover del 663% (Università Stranieri di Siena), un vero record nella pubblica amministrazione, quasi 7 volte oltre la media nazionale del turnover (pari al 100% a partire dal 2018), e al contempo atenei che, sebbene "virtuosi", debbono accontentarsi di un turnover quasi dimezzato rispetto al complesso degli altri atenei. Dalla tabella si capisce perché pur avendo indicatori peggiori Udine si prende più (in relazione ai pensionamenti) di Napoli. Il Delta premiale è totalmente slegato dal numero di pensionamenti. Quindi ci perdono di più le università che nell'anno 2017 hanno avuto un numero maggiore di pensionamenti.


Fonte: B. Cappelletti Montano, Roars 02-01-19