Agevolazioni fiscali per il rientro dei «cervelli»: opportunità o limite? |
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La previsione di apposite agevolazioni fiscali per agevolare il rientro in Italia dei ricercatori e dei docenti operanti all’estero potrebbe non costituire, di per sé, un fattore determinante in termini di attrattività, presente e futura, del nostro sistema per il raggiungimento dell’eccellenza nella ricerca, nell’insegnamento e nella formazione. In un contesto di forte competizione globale, sebbene caratterizzato da un periodo di profonda crisi economica delle principali economie mondiali, occorre verificare se i migliori «cervelli» siano attratti unicamente dalle agevolazioni fiscali, ovvero anche dalla disponibilità di una serie di altri fattori, quali fondi di ricerca, attrezzature, servizi e personale amministrativo adeguato agli obiettivi da raggiungere, che non sempre il sistema italiano è in grado di mettere loro a disposizione. Il richiamo alle agevolazioni di tipo fiscale operato dal decreto legge 31 maggio 2010, n. 78 potrebbe, infatti, risultare determinante nell’incrementare la «quantità» di «cervelli» da attrarre, ma non ne garantirebbe necessariamente la qualità. Diversamente da quanto previsto dal disegno di legge per il rientro dei lavoratori attualmente in discussione al Senato della Repubblica, nell’articolo 44 del decreto legge in commento non è fatto alcun riferimento ai criteri di merito, ma esclusivamente all’aver trascorso un periodo (sebbene documentato) di due anni di attività di docenza o di ricerca all’estero. Il sistema italiano ha soprattutto bisogno di far rientrare professori e ricercatori di eccellenza, in grado di apportare conoscenze e di stimolare l’attività scientifica; il rientro, stimolato da agevolazioni fiscali, di docenti e ricercatori che abbiano sperimentato una qualsivoglia esperienza all’estero e non in possesso di titoli adeguati potrebbe non consentire il conseguimento degli obiettivi di sviluppo che la norma si prefigge, con il rischio che il sistema italiano della ricerca venga ulteriormente impoverito.(B. Annichiarico, A. Costa, IL SOLE 24 ORE 11-06-2010)
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