Home 2010 20 Giugno Docenti a contratto
Docenti a contratto PDF Stampa E-mail
I docenti a contratto, sono tutti quei docenti che nell’università svolgono le medesime mansioni dei professori strutturati (ordinati e associati) ma da “free lance”, se cosi si può dire, percependo un compenso assai diverso da quello dei colleghi contrattualizzati. Oltre al basso compenso (a volta si tratta di collaborazioni gratuite), i docenti di questa natura, non hanno altresì nemmeno un trattamento assistenziale e previdenziale. Proprio per questo i sindacati e il Codacons in particolare, propone una class action dei docenti free lance dell’università italiana, di portata nazionale. L’accusa è che i docenti vengono in questo modo continuamente discriminati ed è Carlo Renzi, presidente del Codacons, a dire la sua in proposito: “Oggi, in un pullulare di nuovi corsi di laurea, a fronte di un 45% circa di professori strutturati, ivi compresi i ricercatori, il 55% del corpo docente è composto da professori a contratto che, pur essendo impegnati in mansioni del tutto paritetiche a quelle dei docenti interni, ricevono un trattamento economico a dir poco insignificante e sono privi di qualunque tutela assistenziale e previdenziale” (http://blog.corsincitta.it/2010/06/13/universita-italiana-la-class-action-dei-docenti-a-contratto/ 13-06-2010).
Le cifre dell’Ufficio di Statistica del Miur, peraltro, confermano in pieno il ricorso massiccio degli atenei al bacino dei “contrattisti” per l’affidamento di moduli didattici all’interno delle facoltà. Il tutto a fronte di un sostanziale immobilismo nelle categorie dei docenti “strutturati”, rilevato al 31 dicembre di ciascun anno accademico: nel 2002 gli ordinari erano 18.131, nel 2008 18.929 (con un picco nel 2006, 19.845); stesso discorso per gli associati, che nel 2002 erano 18.502 e nel 2008 18.256. Variazioni poco significative. I docenti a contratto, invece, hanno avuto fin da subito un peso importante e crescente anno dopo anno, con veri e propri exploit: i titolari di insegnamenti ufficiali e/o attività didattiche integrative nel 2002 erano 31.775, nel 2008 ben 48.692 (con un picco di 51.365 nel 2007). Prova “provata” che le università hanno utilizzato lo strumento del “contrattino” per mantenere - e in taluni casi ampliare - l’offerta formativa “appaltando” intere cattedre all’esterno: una manna per il bilancio d’ateneo, che ora però potrebbe trasformarsi in un boomerang per i rettori. Class action per tutti. La strategia processuale vagliata dal Codacons per i professori a contratto si snoda in due fasi distinte ma connesse tra loro: la prima consiste nella proposizione di un ricorso al Tar (Tribunale Amministrativo Regionale) che potrà essere intrapreso individualmente da ciascun docente universitario a contratto interessato; la seconda, a cui i professori a contratto ricorrenti al Tar potranno aderire gratuitamente, essendo loro richiesto solo il versamento di parte della quota di iscrizione all’associazione, consiste nella proposizione di una class action di portata nazionale. “Entrambe le azioni - sottolinea il presidente Rienzi - saranno volte al ripristino della legalità con conseguente riconoscimento in capo ai docenti del diritto alla corresponsione di una giusta retribuzione e del trattamento previdenziale e assistenziale, oltre al pagamento delle differenze retributive già maturate”. (M. Massimo, La Repubblica 13-06-2010)