Home 2017 15 maggio SISTEMA UNIVERSITARIO CONSIDERAZIONI SUL DECLINO DELL’UNIVERSITÀ PUBBLICA. NON SI TRATTA PIÙ DI SALVARLA MA DI RICOSTRUIRLA
CONSIDERAZIONI SUL DECLINO DELL’UNIVERSITÀ PUBBLICA. NON SI TRATTA PIÙ DI SALVARLA MA DI RICOSTRUIRLA PDF Stampa E-mail

Abbiamo perso la nostra battaglia in difesa dell’università pubblica italiana. Ammettere l’evidenza è necessario e, anche se si vuole continuare a combattere, oggi non si tratta più di salvare l’università pubblica ma di ricostruirla. Infatti, in dieci anni, il finanziamento pubblico alle università è diminuito del 20% ed il personale docente è calato nella stessa misura, a causa di pensionamenti non rimpiazzati da nuove assunzioni. Le cifre della sconfitta sono inequivocabili. L’ultimo Progetto di Ricerca di Interesse Nazionale (PRIN 2015) stanziava per l’intera ricerca pubblica del paese circa 90 milioni di euro, la stessa cifra che il governo Renzi ha cercato a più riprese di garantire a copertura di un torneo di golf. A fronte della riduzione del personale e dell’investimento economico, sono aumentati gli obblighi di vario genere. Vanno dalle procedure necessarie per acquistare beni e servizi alle rendicontazioni valutative escogitate dall’Agenzia nazionale di valutazione dell’università e della ricerca (ANVUR). Questi obblighi aggravano il problema della carenza di personale e di fondi, e sono imposti in totale disprezzo dell’ovvia considerazione che richiedere un adempimento ad una struttura equivale ad accollarle un costo. Se io uso un’ora del mio tempo per compilare un rapporto, quella è un’ora di stipendio che non uso a favore degli studenti o della ricerca e si traduce in minore capacità produttiva della struttura. La carenza di fondi per borse di studio e servizi si traduce in un drastico calo delle immatricolazioni. La domanda del pubblico nei confronti dell’università rimane alta solo nelle aree che garantiscono maggiori prospettive di inserimento (ad esempio, Medicina). Il calo degli studenti, disastroso per il paese, è più o meno proporzionato al calo dei docenti e non si traduce in un aumento delle risorse disponibili per ciascuno studente, anzi, di fatto, la qualità dell’offerta formativa nelle condizioni presenti è destinata a calare per l’obsolescenza delle strutture. Ciò che si può fare è cercare di offrire un servizio decoroso, valutando caso per caso quali diminuzioni di qualità siano accettabili in funzione della sostenibilità dell’offerta formativa. (Fonte: A. Belelli, Roars 27-04-17)