Home 2016 21 novembre VARIE FUGA DEI CERVELLI. IL CRONICO DEFINANZIAMENTO DEGLI ATENEI PUÒ FAVORIRE PRASSI DI CORRUZIONE
FUGA DEI CERVELLI. IL CRONICO DEFINANZIAMENTO DEGLI ATENEI PUÒ FAVORIRE PRASSI DI CORRUZIONE PDF Stampa E-mail

La denuncia dell’Associazione Dottorandi (VI Indagine ADI su Dottorato e Post-Doc) parla di un dimezzamento dei posti di dottorato in Italia negli ultimi dieci anni (Da circa 16mila a circa 8500). Posti tra l’altro distribuiti in termini enormemente squilibrati tra i vari atenei (solo 10 atenei garantiscono il 42% dei posti di dottorato). A questo si unisce il dato per cui solo il 6,5 % degli attuali assegnisti potrà effettivamente accedere ad una posizione da strutturato. Inoltre, nell’ultimo country report della U.E. emerge come il 16% dei dottori di ricerca italiani vada all’estero. Verrebbe da chiedersi se magari i così detti “cervelli in fuga” non siano da rintracciare tra i 7500 studenti che rispetto a dieci anni fa non potranno accedere a un dottorato in Italia o tra il 93,5% degli attuali assegnisti che non troveranno un posto di lavoro. E di conseguenza, se la responsabilità di questa drammatica situazione sia da attribuire al malcostume diffuso negli atenei, più che ad anni ed anni di tagli e controriforme praticate da governi di ogni colore politico. E verrebbe parimenti da chiedersi se un cronico definanziamento degli atenei non favorisca proprio l’affermarsi di prassi odiose e feudali come unici strumenti per poter procedere nella propria carriera. Se, in effetti, ce la fanno solo 6 su 100, risulta piuttosto evidente che nei processi di selezione i “potentati” accademici assumeranno un peso molto maggiore nel determinare chi saranno i sei fortunati. (Fonte: S. Paone, Roars 17-11-16)