Home 2010 06 Giugno Manovra finanziaria. Ritocchi minimi
Manovra finanziaria. Ritocchi minimi PDF Stampa E-mail
Stipendi congelati dal 2011, e stretta sui contratti 2008/2009 troppo generosi estesa anche agli accordi che hanno già concluso il proprio iter. Nella versione definitiva pubblicata ieri in Gazzetta Ufficiale, il decreto sulla manovra conferma gli ultimi ritocchi intervenuti sulla cura per il pubblico impiego. Il più importante riguarda la linea del traguardo fissata per la corsa delle retribuzioni, fissata al 2010 anziché al 2009 come previsto dalle prime bozze del provvedimento. Gli aumenti intervenuti quest'anno, per adeguamenti o avanzamenti di carriera, potranno quindi essere mantenuti anche nel prossimo triennio di grande freddo per la busta paga dei dipendenti pubblici. Dal 1° gennaio prossimo, nulla potrà più far crescere lo stipendio ricevuto da ogni dipendente statale, con l'unica eccezione dell'indennità di vacanza contrattuale (vale intorno allo 0,9% dello stipendio base, il tabellare) che interverrà a mitigare gli effetti del blocco dei contratti. Rimane da capire, nonostante lo stralcio della norma che rinviava l'applicazione della riforma del pubblico impiego, come si potrà abbozzare il nuovo sistema premiale in un quadro in cui nessuno potrà guadagnare più che nel 2010. Qualche problema, dato il totale congelamento delle somme, si potrà incontrare nella stessa assegnazione dei turni e delle posizioni organizzative. Cambia, invece, lo stop agli accordi 2008/2009 che abbiano previsto aumenti in busta superiori al 3,2% del monte salari, che era l'incremento massimo fissato a livello statale. La limatura non riguarderà più solo le intese già firmate all'Aran e non ancora efficaci, ma si estenderà anche a quelli già arrivati al traguardo della Corte dei conti. La novità dovrebbe riguardare qualche area della dirigenza e il personale della carriera prefettizia. Proprio dalle parti della dirigenza e degli altri vertici retributivi della pubblica amministrazione, magistrati in primis (la categoria più colpita, perché caratterizzata dalle medie retributive più alte a livello di comparto), si registra invece la delusione maggiore per le mancate novità alla norma che taglia gli stipendi superiori a 90mila euro lordi l'anno. Le voci di nuovi ritocchi circolate nel fine settimana non hanno avuto seguito nel testo, e lo sciopero dei magistrati che l'Anm aveva congelato sabato mattina è tornato immediatamente in pista. A notificarlo sono stati ieri gli stessi magistrati, che hanno incontrato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, e hanno chiarito che le misure «sono ingiuste, soprattutto nei confronti dei magistrati più giovani», e che «non ci sono spazi di mediazione». Sciopero e altre iniziative di lotta saranno ufficializzate giovedì dal parlamentino dell'Anm, e il sì all'astensione «auspicabilmente insieme alle altre magistrature» arriva anche dai giudici di Tar e Consiglio di stato. Un'agitazione che preoccupa Palazzo Chigi, da dove Letta chiarisce che «le questioni illustrate» dai magistrati sono oggetto di «particolare attenzione e preoccupazione» e «saranno rappresentate in tutte le sedi istituzionali». Per ora, comunque, le norme destinate ai magistrati (e ai professori universitari) hanno ricevuto ritocchi minimi, che disciplinano le modalità di ripresa degli scatti al termine del blocco. (G. Trovati, Il Sole 24 Ore 02-06-2010)