Home 2016 20 ottobre RECLUTAMENTO RECLUTAMENTO. IL SISTEMA DELLE SCUOLE DI PENSIERO E IL SISTEMA DEL MERITO
RECLUTAMENTO. IL SISTEMA DELLE SCUOLE DI PENSIERO E IL SISTEMA DEL MERITO PDF Stampa E-mail

Il sistema italiano era lo stesso – e forse peggiore – anche 30, 40 o 50 anni fa e i cervelli non fuggivano. C’era meno corruzione? No, c’erano più investimenti e l’università aveva soldi per assumere, e non c’era una globalizzazione di lingue, stili vita e saperi così avanzata come oggi.
In Italia c’è la tradizione del sistema delle “scuole” di pensiero. E’ una tradizione che ha un senso preciso: quando un maestro produce un pensiero originale o una ricerca originale, occorre creare una filiera di studi e una fila di allievi che propongano, espandano, difendano quel pensiero. Certo, si creeranno gerarchie stringenti, ma si dovrebbero creare anche nuclei forti capaci di affermarsi internazionalmente. Solo che per seguire totalmente questo metodo, senza finzioni, occorrerebbe togliere i concorsi e passare alla cooptazione pura. La cooptazione corre il rischio di creare dei poteri assoluti e arbitrari, ma espone i professori che fanno delle scelte a una responsabilità personale pubblica e trasparente.
Il modello opposto è quello del “merito”, tanto invocato ma poco capito. Quando la ricerca è di alto livello, in tutti i settori, il merito è difficilmente quantificabile, soprattutto negli studi fortemente teorici, ma in realtà è discutibile in tutti i campi. La valutazione nazionale della ricerca e tutte le obiezioni che sono state mosse a essa e al sistema di peer review hanno dimostrato quanto il merito sia poco oggettivabile. L’invocato “merito” delle università statunitensi non deriva dalla conformità a parametri oggettivi discutibili quanto a una norma, non scritta ma ferreamente rispettata, che impedisce di assumere in un’università le persone che vi abbiano svolto il dottorato. Così le gare sono aperte, le lettere di raccomandazione sono esplicite e richieste e, sebbene vi siano le stesse spinte politiche delle università italiane, l’università cercherà il candidato “migliore” secondo vari parametri, tra cui quello della simpatia umana e dell’affidabilità che vengono provati facendo passare al candidato un paio di giorni nel dipartimento che ha aperto il bando. (Fonte: G. Maddalena, Il Foglio 07-10-16)