Home 2010 18 Febbraio Mozioni del CUN sulla distribuzione agli atenei del FFO 2010 e sulle criticità emerse nell’esame degli ordinamenti didattici
Mozioni del CUN sulla distribuzione agli atenei del FFO 2010 e sulle criticità emerse nell’esame degli ordinamenti didattici PDF Stampa E-mail
Il Consiglio Universitario Nazionale, nelle sedute del 9, 10, 11 febbraio, ha approvato numerose mozioni, tra cui si segnala: mozione sulla distribuzione agli Atenei del Fondo per il Finanziamento Ordinario del 2010 (1), che contiene proposte ed indicazioni per il Ministero; mozione sulla delibera n. 24/2009 della “Sezione di controllo di legittimità su Atti del Governo e delle Amministrazioni dello Stato”; mozione sulle criticità, emerse in sede di esame preliminare degli ordinamenti didattici di cui è stata richiesta l’istituzione, derivanti dall’osservanza da parte degli atenei del dettato della nota ministeriale n. 160 del 4 settembre 2009 e delle successive circolari ministeriali (2). Il CUN ha approvato inoltre un documento di proposta per l’individuazione dei criteri identificanti la scientificità della produzione scientifica. Il CUN ha poi incontrato il prof. Cuccurullo, presidente del CIVR, che ha presentato la metodologia individuata per la Valutazione Quinquennale della Ricerca 2004-2008. Il CIVR prevede di chiudere l’esercizio entro la fine del 2011. Durante l’audizione il Presidente del CIVR ha presentato un quadro di comparazione internazionale della situazione della ricerca elaborato sui dati relativi a 13 Paesi per gli anni 2000-2008. Sono state infine sorteggiate le commissioni di conferma nel ruolo di ricercatore per il biennio 2010-2011.
(Fonte: FlcCgil 15-02-2010)

(1) CUN. Adunanza del 11 febbraio 2010
Con riferimento alla distribuzione agli atenei del FFO 2010, il CUN rileva e propone quanto segue.
1. E’ motivo di grande preoccupazione l’oggettiva situazione di incertezza sull’ammontare, sui tempi e sulle modalità di utilizzo degli stanziamenti annunciati per il finanziamento del Sistema Università nel 2010. Infatti:
- il Fondo di Finanziamento Ordinario è stato stanziato in sede di Legge Finanziaria 2010, ma il ritardo nella sua distribuzione lo espone al rischio di prelievi contingenti, come già avvenuto in passato, mirati a obiettivi diversi da ricerca e alta formazione;
- l’effettivo ammontare della quota “da scudo fiscale” destinata al Sistema Universitario, nonché i tempi della disponibilità e le modalità di utilizzo, sono ancora al vaglio delle autorità politiche;
- anche in virtù di tali incertezze, il livello della percentuale del “Fondo premiale” (minimo 7% del FFO e del Fondo Patto) non è ancora definito;
- lo stanziamento a Programmazione triennale si è ridotto progressivamente nel tempo e ha perso la capacità di trainare, o comunque veicolare, comportamenti coerenti con gli obiettivi cui la Programmazione è mirata;
- l’ammontare previsto del “turnover 2010 ritenibile” dai vari atenei è certamente significativo, ma di non facile stima fra turnover totale, parte utilizzabile per possibili reclutamenti (per atenei con AF/FFO < 90%), parte restituita al MEF e maggiori spese per il personale dovute a incrementi salariali per automatismi Istat;
- i contributi da enti pubblici e privati alla vita corrente degli atenei sono significativi, ma anche molto differenziati fra sede e sede, fra territorio e territorio e fra progettualità e progettualità.
2. pesa anche sull’incertezza complessiva il fatto che i diversi volumi finanziari coinvolti insistono in diversi capitoli di bilancio dello Stato, legati a loro volta a normative che specificano obiettivi da perseguire differenziati e talvolta fa loro contradditori
3. questo stato di cose, anche legato al dibattito in corso in Parlamento sul DDL 1905, va però monitorato e governato al più presto perché l’impatto sulla vita corrente degli atenei è drammatico.
Il CUN
- come soluzione di medio periodo, insiste nel proporre che sia adottata, come già per il sistema socio-sanitario italiano, la formula di un FFO stabile su 5 anni con incremento annuale di almeno 2%; è questo il modo per offrire spazi di continuità e rigore a politiche di razionalizzazione e riqualificazione;
- propone poi che l’ammontare finanziario del Fondo della programmazione sia utilizzato come strumento di policies mirate al supporto di garanzia dell’indebitamento degli atenei o al rientro finanziario nelle situazioni “fuori controllo” o al lancio di iniziative congiunte fra atenei per cogliere economia di scala o di scopo;
- raccomanda la rapida assegnazione dei finanziamenti correnti certi per il 2010;
- propone infine che sulla determinazione dei criteri e sulla distribuzione della quota premiale dell’”almeno 7%” si cerchi il massimo di stabilità e continuità fatte salve le migliorie da apportare a tutti o ad alcuni specifici indicatori; a tal fine il CUN sta esplorando, nella piena disponibilità al confronto con gli altri Organi rappresentativi del Sistema Universitario, possibili percorsi di affinamento e miglioramento.

(2) CUN. Adunanza del 10 febbraio 2010
Mozione su criticità emerse nell’esame degli ordinamenti didattici.
Il Consiglio Universitario Nazionale, dopo un preliminare esame degli ordinamenti didattici sottoposti dagli Atenei, ha constatato un diffuso miglioramento della qualità e dell’accuratezza con la quale essi sono stati predisposti. Tuttavia ha riscontrato criticità e anomalie, come già paventato da questo Consiglio nel parere relativo alla Nota del 4 settembre 2009, prot. 160, approvato nell’adunanza del 5 novembre 2009, che appaiono particolarmente evidenti quando gli ordinamenti esaminati costituiscono modifiche o trasformazioni di ordinamenti già approvati da questo Consiglio negli anni passati. In particolare si è osservato che sono state talora apportate, in misura significativa e senza adeguata motivazione, alcune modifiche quali: replicazione e/o trasferimento tra le attività affini o integrative dei Settori Scientifico Disciplinari, previsti dal D.M. 16 marzo 2007 tra le attività di base o caratterizzanti; ampliamento dei CFU attribuiti alle attività affini o integrative e dei relativi intervalli di crediti;incremento dei CFU a scelta degli studenti; attribuzione di gruppi di affinità diversi a corsi istituiti nella medesima classe.
Il Consiglio Universitario Nazionale
• ritiene che tali anomalie costituiscano la diretta conseguenza di provvedimenti ripetutamente annunciati a partire dalla nota 160, ai quali alcuni Atenei hanno ritenuto di doversi adeguare, pur nell’incertezza del quadro di riferimento complessivo e nell’assenza di specifiche norme di legge;
• richiama ancora una volta l’attenzione sul fatto che il tentativo di indirizzare il comportamento degli Atenei soltanto stabilendo vincoli numerici ha spesso prodotto un rispetto puramente formale delle regole e ha causato effetti distorsivi, di segno opposto a quanto quei provvedimenti si proponevano;
• rileva che la maggiore indeterminatezza degli ordinamenti così formulati comporti un’oggettiva difficoltà nella loro valutazione da parte di questo Consiglio e generi una riduzione della trasparenza, nei confronti degli studenti, in sede di OF.F pubblica;
• ribadisce comunque che nell’esame degli Ordinamenti non potrà che attenersi alla normativa vigente.