Home 2016 26 giugno VARIE E’ NECESSARIO CHE LA SCIENZA ENTRI NELLA POLITICA E NELL’INFORMAZIONE
E’ NECESSARIO CHE LA SCIENZA ENTRI NELLA POLITICA E NELL’INFORMAZIONE PDF Stampa E-mail

Perché la chimica viene associata a veleni e non a farmaci salvavita? Perché si ostacolano le ricerche sugli Ogm sapendo che possono darci varietà vegetali più resistenti e sfamare più gente? Perché si è più preoccupati dalle (ipotetiche) conseguenze negative delle scoperte scientifiche che dalla certezza che la Terra non sarà in grado di sfamare la popolazione del 2050? Già oggi stiamo usando le risorse dei nostri nipoti. Avremmo bisogno di una terra e mezzo, e se continuiamo così ne serviranno due anche se riuscissimo ad azzerare gli sprechi. Eppure è più facile credere a una opinione non scientifica che a una supportata da esperimenti, da anni di lavoro di ricerca e da risultati vagliati dalla comunità internazionale. Come arrestare questa deriva oscurantista e irrazionale? Abbiamo bisogno che la scienza entri nella politica e nella informazione. Abbiamo bisogno che chi conosce la ricerca scientifica perché l’ha fatta sul campo (e non per sentito dire) sieda nei luoghi delle decisioni politiche e partecipi alla costruzione delle notizie e alla comunicazione. Molte delle difficoltà della ricerca in questo Paese, a partire dal sotto-finanziamento cronico per finire ai meccanismi bizzarri di reclutamento di ricercatori universitari, sono figlie di una cultura socio-politica poco attrezzata per comprendere le reali necessità della ricerca e dei ricercatori. Abbiamo bisogno di più politici e amministratori pubblici con background scientifici e di maggiore “co-working” tra umanisti e scienziati sociali e politici e chimici, fisici, biologi, matematici, informatici ecc. E serve una nuova leva di comunicatori scientifici. (Fonte: D. Braga, http://tinyurl.com/hnt4rgf 13-05-16)