Home 2016 26 giugno RICERCA. VALUTAZIONE DELLA RICERCA LA RICERCA UNIVERSITARIA (“ECCELLENZA MONDIALE CHE SOLO PER MERITI INDIVIDUALI RESISTE AI TAGLI”) NELL’ULTIMO “RAPPORTO BIENNALE SULLO STATO DEL SISTEMA UNIVERSITARIO E DELLA RICERCA” ELABORATO DALL’ANVUR
LA RICERCA UNIVERSITARIA (“ECCELLENZA MONDIALE CHE SOLO PER MERITI INDIVIDUALI RESISTE AI TAGLI”) NELL’ULTIMO “RAPPORTO BIENNALE SULLO STATO DEL SISTEMA UNIVERSITARIO E DELLA RICERCA” ELABORATO DALL’ANVUR PDF Stampa E-mail

Nonostante anni di tagli alle risorse e al personale che hanno messo in ginocchio le università del nostro Paese (meno fondi, meno docenti) la ricerca italiana è ancora viva. Le pubblicazioni continuano a crescere e a rappresentare una fetta consistente della produzione mondiale, mantenendosi sopra la media europea. I dati sono contenuti nell’ultimo “Rapporto biennale sullo stato del sistema universitario e della ricerca” elaborato dall’Anvur, l’Agenzia nazionale di valutazione. Tanti numeri, tante ombre e qualche luce: ad esempio lo stop all’emorragia di immatricolati che si era osservata a partire da metà anni duemila; una parziale inversione di tendenza rispetto alla stagione dei tagli selvaggi (in particolare dell’era Gelmini), o i buoni risultati raggiunti a livello internazionale nella produzione scientifica. Il quadro generale, però, resta negativo. Soprattutto sul piano economico: “Il sistema, già sottofinanziato nel confronto internazionale, dal 2008 ha subito una forte contrazione dei finanziamenti”, spiega il dossier. Né la situazione sembra destinata a cambiare in futuro: “Anche per il 2016 il finanziamento statale delle università si assesta su valori di poco superiori a quelli del 2015”, passando da 7,25 miliardi di euro a 7,34 miliardi, “valori simili a quelli del 2013 e 2014, ma lontani dal massimo raggiunto nel 2009 di 8,44 miliardi”. Ciononostante, la ricerca continua a tenere il passo. Nel periodo 2011-2014, la quota italiana sul totale delle pubblicazioni mondiali si attesta complessivamente al 3,5%, non troppo distante da Francia (4,2) e Germania (5,8), i principali competitor europei, e meglio della Spagna (2,9). Nell’ultimo quinquennio sono diminuite le risorse e pure il personale umano a disposizione delle università: a seguito dei provvedimenti di blocco del turnover, il numero complessivo di docenti di ruolo a disposizione degli atenei (tra ordinari, associati e ricercatori) è passato dalle 62.753 unità del 2008 alle attuali 54.977, con un calo netto del 12%. “Nemmeno il piano straordinario 2016 che prevede il reclutamento di 861 nuovi ricercatori di tipo B riuscirà a modificare questa configurazione”, avverte l’Anvur. (Fonte: L. Vendemiale, Il Fatto Quotidiano 27-05-16)