Home 2016 26 giugno IN EVIDENZA DIECI BUGIE SULL’UNIVERSITÀ
DIECI BUGIE SULL’UNIVERSITÀ PDF Stampa E-mail

Erano quasi tutti di Napoli Federico II i docenti che si sono autotassati per acquistare uno spazio sul Mattino e sul Corriere del Mezzogiorno, per informare e coinvolgere l’opinione pubblica, denunciando le 10 Bugie sull’Università più eclatanti:

  1. In Italia ci sono troppe università-FALSO: abbiamo meno università, in rapporto alla popolazione, di Spagna, UK, Germania, Francia. Inoltre, dal 2007 al 2015 c’è stata una riduzione di matricole del 12.3% (al Sud è stata del 20.7%) ed abbiamo una bassissima percentuale di laureati: tra la popolazione di 30-34 anni, solo il 23.9%, contro il 37.9% della media europea.
  2. La ricerca italiana non è competitiva-FALSO: i lavori scientifici degli studiosi italiani, rapportati agli investimenti in ricerca, sono più citati di quelli dei colleghi di Francia, Germania e Stati Uniti: i docenti universitari italiani con pochi mezzi per la ricerca riescono a mantenere una produzione scientifica di prestigio internazionale.
  3. Laurearsi in Italia non serve-FALSO: nel 2014, nonostante il protrarsi della crisi, il tasso di disoccupazione tra i laureati è stato del 17.7%, tra i diplomati del 30.0% mentre tra quelli con sola licenza media del 48.1%.
  4. L’Italia spende adeguatamente per la ricercaFALSO: investe solo l’1.2% del PIL contro 2.8% di Germania, 2.2% di Francia, 1.7% di Gran Bretagna (la media europea è circa del 2%).
  5. L’Italia investe adeguatamente in istruzione universitaria-FALSO: nel periodo 2008-2014 si è avuta una riduzione del 21% dei finanziamenti all’Università Pubblica; in altri paesi c’è stato un significativo incremento (Francia +3.9%, Germania +23.0%).
  6. In Italia le tasse universitarie sono basse-FALSO. Aparità di potere d’acquisto, le tasse italiane sono tra le più alte d’Europa: 1,6 volte le tasse svizzere e 1,9 volte quelle austriache. E’ da sottolineare che nei paesi scandinavi, in Germania, ed in alcuni paesi dell’Est-europeo, gli studenti universitari non pagano le tasse.
  7. L’Italia garantisce il diritto allo studio-FALSO: nell’anno accademico 2014/15 il 25.1% degli studenti, che avrebbe avuto DIRITTO a una borsa di studio, NON LA HA RICEVUTA. Questa percentuale sale al Sud al 47.6%, con punte del 61.5% nelle isole. Nel 2015, il 23.3% delle matricole residenti nel Sud si è iscritto in Università del Centro-Nord determinando un nuovo fenomeno di emigrazione.
  8. Il governo riconosce la dignità ed il ruolo della docenza universitariaFALSO: tra le categorie del pubblico impiego solo i docenti universitari hanno visto prolungato il blocco degli stipendi per il 2015 e non hanno avuto il riconoscimento giuridico dell’anzianità maturata nel quinquennio 2011-2015 durante il quale hanno continuato ad insegnare, pubblicare articoli scientifici, tenere esami, seguire i tesisti, ovvero a lavorare, senza che ciò abbia prodotto i dovuti effetti giuridici.
  9. Il governo ha stanziato 2,5 miliardi di nuove risorse per la ricercaFALSO: il governo si fa vanto di risorse già previste in bilancio dal 2014 che, oltre a essere state ridotte, in parte derivano proprio dal risparmio dovuto al mancato riconoscimento dell’anzianità maturata dai docenti nel quinquennio 2011-2015. Per contro, il governo prevede uno stanziamento di 1,5 miliardi in 10 anni per la realizzazione dello Human-Technopole nell’ex area Expo, affidato all’Istituto Italiano di Tecnologia (ITT), fondazione di diritto privato.
  10. La Valutazione della Qualità degli Atenei ha l’obiettivo di premiare gli Atenei meritevoliFALSO: l’attuale sistema non prevede risorse aggiuntive per i “meritevoli”; viene solo ridistribuita tra gli Atenei una quota dello scarso e decrescente finanziamento ordinario sulla base di criteri che vengono cambiati continuamente (in 6 anni 22 diversi criteri!) e stabiliti a posteriori. (Fonte: https://dignitadocentiunina.wordpress.com/ 26-05-16)