Home 2016 18 maggio VARIE OVEREDUCATION
OVEREDUCATION PDF Stampa E-mail

C’è un esercito di gente che non sta facendo il lavoro che dovrebbe fare rispetto a ciò su cui ha investito. Uno scenario fallimentare sia sotto il profilo individuale che sotto quello dell’efficienza, quindi per l’aspetto meramente economico. Se ci si aggiunge il folle incrocio con la sottocupazione forzosa (un giovane laureato ben preparato impiegato in un ruolo per il quale è sovraeducato ma magari costretto al part-time) si capisce come forse un modo per combattere la disoccupazione potrebbe essere quello di spingere da una parte verso un orientamento più approfondito, che porti sempre di più le università nei licei e negli istituti superiori, promuovendo nello stesso tempo una diversificazione più chiara nel mercato del lavoro. Nella quale, banalmente, un laureato possa permettersi di lasciar cadere un’opportunità che non ritiene all’altezza, sicuro di poter presto incappare in un’altra proposta. Fantascienza pura. C’è da chiederselo anche approfondendo ai dati: se per i diplomi non ci sono grandi discrepanze, per le lauree la situazione è complessa. Nel comparto medico, per esempio, solo l’8% dei giovani occupati è sovraeducato, in quello ingegneristico o per l’architettura si sale di poco, al 13,5%. Ma nelle discipline umanistiche la percentuale è mostruosa, tocca il 43,6%, 12 punti in più rispetto al 2008. Attenzione: non è la solita storia di scienze della comunicazione o di lettere perché anche le scienze naturali, dalla biologia alla fisica passando per la chimica, toccano un preoccupante 26% di overeducated. Il fenomeno si sta facendo trasversale, il che lascia in fondo pensare che le responsabilità siano da dividere: c’è poca strategia nella scelta del proprio corso di studi ma d’altronde, quale sia il pezzo di carta che si ha in mano, il panorama rimane comunque deprimente. (Fonte: S. Cosimi, www.wired.it 21-05-16)