Home 2010 03 Maggio A proposito di università eccellente
A proposito di università eccellente PDF Stampa E-mail

-In tutto il mondo l'istruzione terziaria non è solo Università, l'Università non è solo Università eccellente, l'Università eccellente non è solo eccellente nella ricerca, e l'Università eccellente nella ricerca non lo è necessariamente in quella di frontiera, che si misura con pubblicazioni, magari nelle sole riviste ISI. Perché si dovrebbero adottare canoni bizzarri solo per l'Italia? Per fare come avrebbe voluto la Moratti con la scuola, cioè fare un'istruzione secondaria con soli Licei? Per fortuna quel progetto non andò in porto, ma causò un'impennata d’iscrizioni nei Licei a danno di Istituti Tecnici e Professionali, con il bel risultato di acuire la carenza di periti e tecnici necessari al sistema produttivo italiano (oltre a svilire l'immagine dell'istruzione tecnica). Con il sistema produttivo italiano che ci ritroviamo, invece, si dovrebbe adottare la strada inversa per l'istruzione terziaria, istituendo anche un canale di formazione professionalizzante anziché puramente accademico. Per dirla tutta, le Università italiane hanno provato loro a buttarsi anche in questo settore con il ben noto allargamento dell'offerta formativa, ma non ne avevano né la missione, né soprattutto - diciamocelo chiaramente - la capacità. L'Università Italiana ha sempre voluto essere "formalmente" Accademia, giammai lasciare spazio a un "collegio politecnico" che si affiancassero, per attuare una diversificazione reale e non raffazzonata della proposta didattica. (Da un commento on cline all’articolo di A. Rusticani e P. Potestio, RR 18-04-2010)

-Concordo pienamente. E mi sembra però che l'unico modo per risolvere questo problema sia di lasciare alle Università campo libero per riorganizzarsi come credono. Alcune Università di provincia potrebbero provare ad accreditarsi come ottime Università formative, collegi all'inglese, magari con la collaborazione/supporto di Università più quotate. Ci riusciranno? Che sia il mercato a decidere. Per loro, forse si potrebbe pensare a un sistema di finanziamento misto statale/regionale, basato su criteri misti. L'importante però è che sia l'Università stessa a porsi i propri obiettivi specifici. Quanto alle Università che aspirano a essere "U-n-i-v-e-r-s-i-t-à", queste vanno valutate con i criteri CIVR, all'inglese, non c'è altra strada. Uno stato come l'Italia ha assoluto bisogno di alcune Università di eccellenza su cui concentrare i propri sforzi. (Da un commento on line all’articolo di A. Rustichini e P. Potestio, G. Lipari 18-04-2010)