Home 2016 22 marzo RICERCA. VALUTAZIONE DELLA RICERCA LA COSIDDETTA AUDIT CULTURE È L’ASSASSINO SILENZIOSO DELL’ISTRUZIONE UNIVERSITARIA NELLE PIÙ DIVERSE FORME DI CONTABILIZZAZIONE E DI VALUTAZIONE BASATE SU METRICHE
LA COSIDDETTA AUDIT CULTURE È L’ASSASSINO SILENZIOSO DELL’ISTRUZIONE UNIVERSITARIA NELLE PIÙ DIVERSE FORME DI CONTABILIZZAZIONE E DI VALUTAZIONE BASATE SU METRICHE PDF Stampa E-mail

Secondo il professore canadese Marc Spooner, l’assassino silenzioso dell’istruzione universitaria (Higher Education’s Silent Killer è il titolo dell’articolo da lui pubblicato sul Briarpatch Magazine) è la cosiddetta audit culture che si materializza nelle più diverse forme di contabilizzazione e di valutazione basate su metriche. Una tirata ideologica come tante altre, quella di Spooner? Non proprio, dato che nel suo articolo Spooner illustra con esempi concreti gli effetti distorsivi e anche i danni che possono derivare alla società nel suo complesso. Non senza richiamare alle proprie responsabilità chi occupa i gradini più alti del ceto accademico, che potrebbe e dovrebbe porsi il problema della direzione imboccata dall’istituzione universitaria, più centrale e indispensabile alla società di quanto sia comunemente creduto e compreso. L’articolo offre diversi spunti interessanti. Si può cominciare dal paradossale parallelismo tra gli schemi di incentivazione ispirati al “mercato” così cari ai riformatori degli ultimi anni e la farraginosa pianificazione economica della defunta Unione Sovietica: A complex incentive scheme was introduced, with the collaboration of the universities, to simulate market competition but in reality it looked more like Soviet planning. Just as the Soviet planners had to decide how to measure the output of their factories, how to develop measures of plan fullment, so now universities have to develop elaborate indices of output, KPIs (key performance indicators), reducing research to publications, and publications to refereed journals, and refereed journals to their impact factors. Just as Soviet planning produced absurd distortions, heating that could not be switched off, shoes that were supposed to suit everyone, tractors that were too heavy because targets were in tons, or glass that was too thick because targets were in volume, so now the monitoring of higher education is replete with parallel distortions that obstruct production (research), dissemination (publication) and transmission (teaching) of knowledge.

Un paragone che sorprenderà solo chi non ha seguito il dibattito recente, in cui, persino su un magazine mainstream come Times Higher Education l’uso sempre più pervasivo di metriche è stato associato al Grande Fratello orwelliano (Big Brother in the Academy) e al regime stalinista (A very Stalinist management model). (Fonte: http://www.makemefeed.com 27-02-16)