PERCHE’ “CONGELARE” LA VQR PDF Stampa E-mail

Davanti ad una legge finanziaria e ad una politica del governo sull’università pubblica che:
Aggrava il sotto-finanziamento del sistema universitario pubblico, il meno finanziato nella UE, rendendo l’attività di ricerca sempre più difficile.
Riduce il diritto allo studio: considerando il costo della vita e in particolare degli alloggi le borse di studio italiane sono le peggiori per quantità (n° delle borse) ed entità (importo erogato) nella UE.
Rende sempre più nebulose le prospettive dei ricercatori più giovani: l’ASN 2014 sarà di fatto avviata solo nel 2016 (una vergogna assoluta soprattutto dopo che il MIUR ne aveva assicurato il regolare svolgimento fissando anche le date dei bandi) e le promesse assunzioni di nuovi ricercatori riguardano essenzialmente figure professionali precarie (ovvero solo RTBa).
Discrimina chi insegna e svolge ricerca in università applicando (caso unico nella Pubblica Amministrazione) un blocco degli scatti di anzianità per cinque anni senza alcun riconoscimento degli effetti economici e giuridici nel frattempo maturati.
Marginalizza la didattica che non viene valutata per ottenere l’abilitazione e non è considerata in occasione dell’erogazione dei finanziamenti ai docenti: questo crea una situazione paradossale nella quale si penalizza chi ha molti studenti e dedica loro molto tempo (ad es. per le tesi di laurea triennale, magistrale e di dottorato) e sottrae quindi tempo alla ricerca.
Poiché docenti e ricercatori desiderano, per quanto possibile, non coinvolgere gli studenti e le loro famiglie (come accadrebbe nel caso di un blocco degli esami di profitto o delle sessioni di laurea), la risposta più efficace è quella di “congelare” la nuova procedura di Valutazione della Qualità della Ricerca, la VQR 2011-14, fino a quando il governo non muterà la sua politica sull’università. (Fonte: F. Rubini, C. Tedeschi, Cisl Università 05-11-15)