Home 2015 23 novembre RICERCA. RICERCATORI. VALUTAZIONE DELLA RICERCA RAPPORTO 2007/2013 DEL CONSIGLIO EUROPEO DELLA RICERCA (ERC)
RAPPORTO 2007/2013 DEL CONSIGLIO EUROPEO DELLA RICERCA (ERC) PDF Stampa E-mail

Solo metà dei nostri scienziati, una volta ottenuta la borsa da finanziamenti europei, ne fruisce in Italia; né il nostro Paese riesce ad attrarre studiosi stranieri che attuino da noi i progetti finanziati. È il quadro che emerge dal rapporto 2007/2013 del Consiglio europeo della ricerca (ERC Funding Activities 2007-2013), l’ente dell’Unione Europea che destina ogni anno oltre un miliardo di euro per finanziare la ricerca nell’Unione e negli Stati associati. Il documento riassume flussi e criteri di finanziamento nei sette anni svolti sotto FP7, il programma che l’Unione ha riservato a ricerca e innovazione, ora sostituito da Horizon 2020. Cifre e dati permettono una significativa (seppure parziale) ricostruzione della geografia europea della ricerca, ampliata oltre i confini politici dell’Unione: ai finanziamenti di Erc, infatti (7,5 miliardi totali nel periodo considerato) possono candidarsi anche istituzioni di Stati extra Ue associati al programma (Svizzera, Israele, Turchia, alcuni Paesi nordici e balcanici), per un totale di 39 nazioni (un numero attualmente in ampliamento); questo a condizione che le ricerche finanziate si svolgano negli Stati della Ue o negli associati. Nei sette anni considerati, Erc ha ricevuto 41.866 domande di finanziamento per le tre principali borse a disposizione (destinate a scienziati con diversi livelli di esperienza); i progetti approvati e finanziati sono stati 4.354, poco più di uno ogni dieci domande. Guardando ai fondi erogati, però, si nota che i cittadini di soli nove Paesi si sono aggiudicati i tre quarti delle borse: l’Italia è quarta, con 407 progetti prescelti, dopo Germania, Regno Unito e Francia; seguono Paesi Bassi e Israele, paesi piccoli ma dal grande potenziale scientifico. Se passiamo dalla nazionalità dei singoli vincitori alla dislocazione delle istituzioni che li ospitano, notiamo che in vetta alla classifica passa il Regno Unito (969 borse assegnate), seguito da Germania (614), Francia (571), Paesi Bassi (356), Svizzera (322) e Italia (253). L’aspetto più critico che traspare dal rapporto di Erc è, purtroppo, la conferma di un problema ben noto: gli scienziati italiani competono ai massimi livelli, ma una volta ottenuto il finanziamento (o già al momento di richiederlo) lasciano il nostro Paese. Su 407 connazionali vincitori di borsa, solo 229 erano collegati a un’istituzione con sede in Italia: poco più della metà. Gli altri italiani hanno scelto in prevalenza il Regno Unito (54), la Francia e la Svizzera (30 in entrambi i casi), la Germania (19), la Spagna (16) e i Paesi Bassi (12).