Home 2010 01 Aprile La CRUI chiede 2000 assunzioni di docenti universitari l'anno
La CRUI chiede 2000 assunzioni di docenti universitari l'anno PDF Stampa E-mail
Sono necessarie 2000 assunzioni l'anno per riequilibrare le fasce di docenza: è indispensabile un piano pluriennale di assunzioni e progressioni di carriera per i ricercatori che dovranno diventare professori associati. Lo chiede in una nota la CRUI, la Conferenza dei Rettori Italiani, dopo la riunione del 25 marzo, e ribadisce, "con forza quanto già manifestato, in sede di audizione alla VII Commissione del Senato e con la delibera del 25 febbraio, sulle procedure di reclutamento di cui all'art. 9 del ddl, "Organizzazione e qualità del sistema universitario, di personale accademico e di diritto allo studio", presentato dal Ministro Gelmini e ora all'esame del Parlamento". La CRUI ritiene poi "l'adozione di un piano straordinario pluriennale di reclutamento di personale docente universitario, nell'ambito del quale garantire una quota consistente alle assunzioni di professori associati, tra i punti qualificanti dell'indispensabile intervento riformatore. E ciò anche nella prospettiva, prevista dal ddl in discussione, di riequilibrare la numerosità delle diverse fasce di docenza. Il suddetto piano dovrà essere sostenuto da un idoneo finanziamento MIUR e far leva, sul piano normativo, per i primi sei anni, sulla possibilità per gli attuali ricercatori a tempo indeterminato, una volta conseguita l'abilitazione scientifica nazionale, di usufruire delle medesime procedure di chiamata da parte degli atenei previste al termine dei percorsi di tenure track per i futuri ricercatori a tempo determinato. Un tale intervento, che consenta l'immissione ogni anno, all'interno di un sistema di reclutamento e di ordinamento tra le fasce finalmente stabilizzato nelle norme di riferimento, di non meno di 2000 abilitati alla posizione di professore associato, secondo le esigenze e la programmazione di ciascun ateneo, si rende necessario sia per far fronte alle numerose uscite dal ruolo che sguarniranno rapidamente gli atenei delle competenze scientifiche e didattiche indispensabili, sia per riconoscere e valorizzare gli oggettivi apporti dell'attuale personale ricercatore a tempo indeterminato (i cui obblighi didattici non possono comunque essere equiparati a quelli dei professori), già investito in larga misura del titolo di professore aggregato, di cui all'art. 1, comma 11 della legge 230/05, e responsabile, in tale veste, di funzioni essenziali per la vita universitaria". (AGI 25-03-2010)