Home 2015 7 settembre IN EVIDENZA CARRIERE UNIVERSITARIE. PROPOSTE DEL CUN E DEL PD
CARRIERE UNIVERSITARIE. PROPOSTE DEL CUN E DEL PD PDF Stampa E-mail

Oggi nelle Università ci sono i professori ordinari e associati – che già c’erano prima – i ricercatori a tempo indeterminato a esaurimento, i ricercatori a tempo determinato ex-legge Gelmini di tipo A e di tipo B, i contrattisti di ricerca ex-Moratti residuali, i docenti a contratto, i Co.co.co. e i Co.co.pro. approvati dalla Corte dei Conti, gli assegnisti di ricerca di tipo A e di tipo B ex-Gelmini, quelli ex 449/97 superstiti, i borsisti di studio e quelli di ricerca, i dottorandi di ricerca suddivisi rigorosamente nei loro assurdi cicli. Il CUN ha recentemente proposto di superare le attuali due tipologie di ricercatori a tempo determinato – A e B – con un’unica figura di pre-ruolo denominata Professore Iunior, perché evidentemente si erano esauriti gli aggettivi del vocabolario italiano per qualificare l’ennesima nuova figura introdotta. Qualche settimana fa è stato diffuso il documento del PD sulla Buona Università e la Buona Ricerca, in cui si dichiara genericamente l’intenzione di introdurre un “contratto unico” per l’Università (cosiddetto Jobs Act).
La proposta del CUN sul Professore Iunior migliorerebbe l’attuale situazione, permettendo il superamento degli RTD A e B, e introducendo di fatto la terza fascia della docenza con un tenure track meno precario dell’attuale e forse più simile ai modelli anglosassoni. La proposta di introduzione di contratti di ricercatore a tempo determinato a tutele crescenti (tipo Jobs Act) potrebbe andare nella stessa direzione, e forse anche coincidere con la proposta CUN. Dovrebbe essere ridotta il più possibile la burocrazia concorsuale.
Ma non dovremmo discostarci troppo dai modelli internazionali. La distinzione in professori ordinari, professori associati, ricercatori/lecturer/assistant professor esiste praticamente in tutto il mondo e, accanto a queste, esistono inoltre moltissime altre figure a tempo determinato per scopi di ricerca, didattica, clinica.
Il Jobs Act, nella bozza di documento sulla Buona Università e nelle dichiarazioni, sembra pensato per la didattica, ovvero per l’inserimento con tutele crescenti di docenti per attività formative. Esso potrebbe sostituire l’attuale figura del ricercatore a tempo determinato di tipo B e, in parte, surrogare gli attuali co.co.co. dei docenti a contratto.
Nelle Università però non si fa solo didattica, ma anche ricerca, sviluppo, innovazione, assistenza sanitaria e tante altre cose. Sono quindi necessarie forme contrattuali specifiche per ciascuna attività ed è praticamente impossibile che un “contratto unico” possa essere in grado di rispondere a tutte queste esigenze diverse. La migliore cosa da fare, secondo N. Casagli estensore dell'articolo qui riassunto, è, come sempre, tornare a com’era prima: ristabilire il ruolo dei ricercatori a tempo indeterminato, anche come terza fascia della docenza, e ripristinare le ricostruzioni di carriera anche per il periodo di pre-ruolo. (Fonte: N. Casagli, Roars 31-07-15)