Home 2015 8 luglio VARIE IL POSSIBILE RUOLO DEGLI ISTITUTI TECNICI SUPERIORI
IL POSSIBILE RUOLO DEGLI ISTITUTI TECNICI SUPERIORI PDF Stampa E-mail

La recente istituzione degli Istituti Tecnici Superiori (ITS) che attualmente accolgono circa 5.000 studenti sembra corrispondere a una volontà politica di diversificare il sistema di istruzione terziaria, nel senso che era previsto dalla Commissione Ermini, attraverso i cosiddetti Istituti Aggregati. Naturalmente non siamo più negli anni settanta e non disponiamo di una macchina del tempo che ci riporti indietro: l’espansione del sistema universitario è già avvenuta secondo il modello “non dualista”. C'è da chiedersi se gli ITS possano espandersi fino a costituire un’alternativa valida all’università per una porzione consistente degli attuali immatricolati. Gli immatricolati negli ultimi anni sono stati all’incirca 250.000. Il numero degli attuali iscritti al primo anno degli ITS è all’incirca 2.500. Non sembra probabile che questo numero raggiunga nel futuro prevedibile una porzione significativa del numero degli immatricolati. Ci sono comunque molti ostacoli che impediranno agli ITS di svolgere il ruolo che, ad esempio svolgono i “junior college” in California, che è anche quello di avviare agli studi universitari studenti potenzialmente capaci ma la cui preparazione alla fine della scuola secondaria non raggiunge il livello necessario per accedere all’università. Prima di tutto gli ITS sono aperti solo ai diplomati degli attuali istituti tecnici, inoltre, anche se teoricamente previsto dalla normativa sugli ITS, manca un canale di comunicazione tra gli ITS e l’università. Manca, ad esempio la possibilità di riconoscere qualche credito ITS, come credito universitario. L’ITS si presenta pertanto al diplomato di scuola secondaria come un vicolo cieco, mentre l’iscrizione ad un corso di laurea, a tutti formalmente accessibile, può apparire come una strada aperta ad un proficuo proseguimento degli studi. Così, mentre l’esperimento degli ITS dovrebbe essere seguito, incoraggiato ed esteso, non sembra che queste istituzioni possano dar luogo ad una vera alternativa all’università. (Fonte: A. Figà Talamanca, dalla relazione "Ha un futuro l'università?" al Congresso USPUR, Roma 22-05-15)