Home 2015 18 maggio IN EVIDENZA PENSIONI. UNA TASSA DI EQUITÀ?
PENSIONI. UNA TASSA DI EQUITÀ? PDF Stampa E-mail

Tito Boeri, presidente dell’Inps, alla domanda se l’Inps proporrà un ricalcolo delle pensioni con il metodo contributivo da cui trarre le risorse per un reddito minimo per i pensionati nel limbo fra i 55 e i 65 anni, che poi sono in altre parole gli esodati, cui l’Inps lo aveva già promesso l’anno scorso, non rinuncia a un po’ di giustizialismo: “Se dovessero esserci esigenze finanziare, all’interno del sistema previdenziale, potremmo anche prenderla in considerazione ma solo per le pensioni alte, molto alte. Non per fare cassa, ma per ragioni di equità”. Nonostante sia professore e a quanto riferisce Roberto Mania lo chiamino anche a parlare nelle università americane, Tito Boeri non si rende conto dell’intrinseca ingiustizia delle sue parole. Non essendo ancora una colpa mortale avere uno stipendio alto, specie trattandosi di lavoratori dipendenti seppur di alto grado che non possono avere evaso nemmeno un penny, ai percettori di pensioni alte (a parte i casi scandalosi peraltro causati da decisioni del Parlamento, non dei pensionati) va il corrispettivo di quanto hanno versato per una vita, talvolta di meno. Nel caso dell’Inpgi, la previdenza dei giornalisti, che ha anticipato tutti sulla via della prudenza, le pensioni più alte corrispondono fino alla metà delle ultime retribuzioni. Ora però il giustizialismo di Tito Boeri non è soddisfatto e vuole aggiungersi al Fisco, introducendo una tassa di equità che non è prevista dall’ordinamento italiano e che è stata già bocciata dalla Corte Costituzionale. (Fonte: T. Boeri, presidente Inps intervistato da R. Mania per La Repubblica, www.blitzquotidiano.it 14-04-2015)