Home 2015 18 marzo RICERCA. RICERCATORI RICERCA. NEI FINANZIAMENTI ECCELLE LA GERMANIA
RICERCA. NEI FINANZIAMENTI ECCELLE LA GERMANIA PDF Stampa E-mail

«Sembrano non sapere - prosegue un commento di Amaya Moro-Martin pubblicato su Nature - che quanto più la ricerca è forte, tanto meglio andrà l'economia», e questo è specialmente vero per i Paesi dove la crisi si sente di più. I politici invece cosa fanno? Tagliano la ricerca e così rendono quei Paesi ancora più vulnerabili. «Ci sono tanti esempi - continua la Moro-Martin, un'astrofisica americana membro della commissione dell'Euroscienza -, in Italia per esempio il reclutamento dei ricercatori è calato del 90 per cento e quello che si spende in ricerca fondamentale è calato al punto che non è rimasto più nulla». Ci sono problemi anche in Spagna, dove gli investimenti sono calati del 50 per cento e degli scienziati che vanno in pensione viene sostituito il 10 per cento. La situazione è molto critica in Grecia e Portogallo. E in Germania? È tutto diverso. Anche là produzione ed esportazioni sono calate e tre anni fa hanno tagliato il bilancio federale di 80 miliardi, ma hanno aumentato del 15 per cento gli investimenti in ricerca, soprattutto biomedica, e continuano a farlo. Il 30 ottobre sono stati stanziati oltre 25 miliardi di euro. E sì che la Germania spende già 100 miliardi all'anno ed è il quarto Paese al mondo dopo Stati Uniti, Cina e Giappone per attenzione alla ricerca. Gran parte di quei soldi va alle circa 300 università, che insieme contano oltre 2 milioni e mezzo di studenti, 400 mila in più del 2005. Ma c'è dell'altro: governo federale e Laender hanno siglato un accordo per garantire un aumento dei finanziamenti a quattro organizzazioni di ricerca non universitarie, fra cui gli Istituti Max Planck. Insieme, le quattro organizzazioni contano 254 istituti, e il budget è passato dai 5 miliardi e 200 milioni del 2005 ai quasi 8 miliardi di oggi. (Fonte: G. Remuzzi, Corriere La Lettura 22-02-2015)