Home 2015 16 febbraio VARIE BREVETTI. PERCHÈ POCHI CONFRONTATI ALLE PUBBLICAZIONI
BREVETTI. PERCHÈ POCHI CONFRONTATI ALLE PUBBLICAZIONI PDF Stampa E-mail

Non solo l’Anvur (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca), ma anche la maggior parte delle Università, valuta, ai fini della progressione della carriera, la sola produzione bibliografica, dando un peso scarso, o addirittura nullo, alla produttività tecnologica (brevetti). È quindi evidente che, per un giovane ricercatore, produrre pubblicazioni – ad alto impatto in termini di citazioni – diventa un «must», secondo la logica del «publish or perish». Va anche sottolineato che il deposito di una domanda di brevetto o la stessa collaborazione con industria, nella presente ottica di valutazione, rappresenta un chiaro svantaggio per il ricercatore, dovuto al fatto che la pubblicazione può essere dilazionata o addirittura negata (segreto industriale). Questo, quasi sicuramente, si rifletterà sulla sua carriera universitaria. Diverso è il caso degli Stati Uniti, Svezia o diversi altri Stati Ue, dove il contratto industriale costituisce una fonte essenziale di finanziamento e, in genere, costituisce una buona quota del proprio stipendio. In tale situazione vi è un forte interesse a brevettare, sia per proteggere l’interesse industriale, sia perché alla scadenza del periodo «nascosto» (18 mesi), la domanda diventa di dominio pubblico e si può procedere alla pubblicazione di un articolo. (Fonte: corriereinnovazione.corriere.it 01-02-2015)