Home 2015 20 gennaio LIBRI. DOSSIER LA RICERCA E IL BELPAESE – LA STORIA DEL CNR RACCONTATA DA UN PROTAGONISTA
LA RICERCA E IL BELPAESE – LA STORIA DEL CNR RACCONTATA DA UN PROTAGONISTA PDF Stampa E-mail

Autore: Lucio Bianco (conversazione con Pietro Greco). Ed. Donzelli, Roma 2014, pp. XXVI-150.
Chi meglio di Lucio Bianco poteva raccontare la storia del Cnr e dei suoi primi 90 anni di attività? Bianco ha rivestito «tutti i ruoli che in esso era possibile rivestire: borsista, ricercatore, membro dei comitati di consulenza, direttore di Istituto, direttore di progetto finalizzato, presidente», proprio a sottolineare la «capacità del Cnr di valorizzare al massimo livello le competenze che ha contribuito a formare». Come afferma Raffaella Simili nella Prefazione, «questo libro si legge tutto di un fiato. Non solo perché offre un intrigante scenario della vita recente del principale ente di ricerca italiano, ma anche perché fornisce spunti e interrogativi inquietanti nell’analizzare la politica della scienza nel nostro paese», politica della ricerca in Italia che deve essere ripensata, rilanciata e sottolineata, in altre parole “rifondata”, come condizione forse non sufficiente ma certo necessaria per portare l’Italia fuori dal declino degli ultimi 20-30 anni. In forma di vivace intervista-conversazione tra Pietro Greco – giornalista e scrittore, per quasi trent’anni editorialista scientifico del quotidiano “L’Unità” – e Lucio Bianco, il volume scorre con intensità e leggerezza, raccontando la storia del Cnr con mille episodi, retroscena, senza mai cadere nel gossip o nella polemica ideologica, ma rimanendo sempre su un alto livello e cercando sempre di mettere al primo posto il «superiore interesse della scienza» del nostro Paese. Il Cnr, con i suoi ottomila dipendenti e la sua gamma di attività che copre l’intero scibile umano, è il massimo ente scientifico del nostro paese. Fondato da Vito Volterra nel 1923, ha superato i 90 anni e naviga verso il secolo di vita», scrive Pietro Greco nell’Introduzione. «Non sono traguardi qualsiasi. Sono piuttosto un’occasione, che non va sprecata, per ripensare, rilanciare e magari rifondare la politica di ricerca del nostro Paese sulla base delle due grandi indicazioni che un secolo fa mossero il genio di Volterra prima a pensare e poi a creare il Cnr: da un lato progettare l’unico sviluppo possibile per il nostro Paese, quello basato sulla conoscenza; dall’altro fondare questo modello di sviluppo su una struttura di ricerca pubblica dotata di massa critica e di caratteri di internazionalità, interdisciplinarità e gelosa autonomia». (Fonte: L. Capelletti, rivistauniversitas dicembre 2014)