Home 2015 20 gennaio ATENEI. IT CONFERENZA DEI RETTORI (CRUI). UN RAPPORTO SUL MONDO DELLE UNIVERSITÀ NON STATALI
CONFERENZA DEI RETTORI (CRUI). UN RAPPORTO SUL MONDO DELLE UNIVERSITÀ NON STATALI PDF Stampa E-mail

La Conferenza dei rettori ha realizzato un rapporto sulle 18 realtà accademiche non statali esistenti in Italia (di cui 14 aderenti alla Crui), non atenei privati ma atenei non statali che erogano un servizio pubblico, come ha precisato Marco Mancini. Buoni risultati nel raggiungimento della laurea, nella ricerca scientifica e nel lavoro. Nella lista, tra gli altri, anche Bocconi, Suor Orsola Benincasa di Napoli, lulm di Milano, Luiss di Roma, Liuc di Castellana (Varese), Kore di Enna, San Raffaele di Milano. Nate dalla spinta di realtà locali o associative, le università non statali presentano alcune caratteristiche similari che il rapporto evidenzia. Ecco la «qualità didattica» necessaria anche per giustificare la scelta economica delle famiglie. Quest'ultime riconoscono agli atenei in questione di essere «un luogo sicuro per far studiare i figli», ma anche «consonanza con i valori, i modelli di vita e gli ideali di cui la famiglia è portatrice». Da parte sua l'università non statale risulta essere molto attenta «alla vicinanza con studenti, famiglie e territorio» che si traduce «nella qualità degli stage, dei tirocini, dell'offerta di collegamento con il mondo dell'impresa». Altro tratto caratteristico «la qualità tecnologica delle attrezzature didattiche, dei servizi e delle funzioni comunitarie».
Un impegno che, stando ai risultati fotografati della Crui, mostra negli atenei non statali «una minor quota di iscritti fuori corso, un tasso di abbandono minore e una più contenuta incidenza degli studenti inattivi, cioè di quei giovani che una volta iscritti non sostengono alcun esame». Le cifre? I fuori corso nelle non statali sono il 19.6% contro il 34.4% delle statali; gli abbandoni si fermano al 13.2% contro il 17.4 delle statali, e gli inattivi sono il 10.4% mentre si arriva al 15.9% nelle statali.
Il rapporto della Crui affronta anche l'aspetto dell'azione legata ai tirocini e al collegamento con il mondo del lavoro, ma anche quello della ricerca, nei quali l'università non statale ottiene risultati interessanti. Tra gli indicatori di qualità anche quello del numero di chi giunge al termine del percorso di studi con la laurea. Anche in questo caso i laureati fuori corso negli atenei non statali sono il 35.3% contro il 57.5% delle statali. Segno di un percorso di studi più regolare e nei tempi previsti dal corso di laurea. (Fonte: E. Lenzi, Avvenire 10-12-2014)