Home 2015 20 gennaio STUDENTI TASSE UNIVERSITARIE. DISOMOGENEITÀ DEI SISTEMI IN EUROPA
TASSE UNIVERSITARIE. DISOMOGENEITÀ DEI SISTEMI IN EUROPA PDF Stampa E-mail

La disomogeneità dei sistemi di tasse universitarie in Europa è evidenziata da una ricerca della Commissione europea nel rapporto “National Student Fee and Support Systems in European Higher Education 2014/15”, di recente pubblicazione. L’indagine, che prende in considerazione come e quando tasse, borse di studio e prestiti vengono imposti o erogati, rivela una situazione molto eterogenea nelle 36 nazioni prese in esame (il Regno Unito viene suddiviso nei quattro paesi che lo compongono). Se il sistema inglese rappresenta il caso limite, con le tasse più alte e l’assenza di esenzioni complete, anche l’Italia rientra nel gruppo in cui per studiare si spendono le cifre più alte. Nell’intervallo fra i 1.000 e i 5.000 euro, oltre al nostro Paese, il rapporto segnala la Spagna, la Slovenia, la Lettonia, l’Olanda, il Galles, l’Irlanda, la Romania, la Lituania e l’Ungheria. In queste ultime due nazioni, però, le esenzioni sono talmente diffuse che la maggior parte degli studenti non paga nulla, o quasi; e in Slovenia, in realtà, solo gli studenti part-time e gli extra comunitari devono sborsare denaro per frequentare l’università.
Lo scorso anno accademico l’Estonia ha rivoluzionato il proprio sistema di tassazione universitaria, collegandolo direttamente al profitto e consentendo la totale esenzione al raggiungimento di un minimo di crediti.
L’Italia si distingue anche nel confronto con molti stati europei particolarmente “virtuosi”, in cui l’istruzione terziaria è completamente gratuita, o quasi. Basta guardare oltre confine, in Germania, dove anche l’ultimo dei Länder ha abolito le tasse per il 2014/2015; o in Austria, dove tutti gli studenti europei studiano gratuitamente, a meno che non vadano fuori corso per più di un anno. Ma, stando a quanto riporta l’indagine della Comunità europea, non si sborsa un quattrino nemmeno in Turchia, in Grecia, in Danimarca, nella già citata Scozia e in tutta la penisola scandinava. Non solo, in Finlandia, oltre a non pagare un euro, tutti gli universitari che hanno collezionato un numero di crediti minimo hanno diritto a un assegno di mantenimento che può raggiungere i 335 euro al mese, al quale si aggiunge un supplemento per coprire parte dell’affitto. Non è molto diversa la situazione in Svezia, dove è riservato un occhio di riguardo agli studenti con figli, come pure in Norvegia. (Fonte: C. Mazzella, IlBo 25-11-2014)