Home 2014 18 novembre TEST UNIVERSITARI DIRITTO ALLO STUDIO E GIUSTIZIA AMMINISTRATIVA
DIRITTO ALLO STUDIO E GIUSTIZIA AMMINISTRATIVA PDF Stampa E-mail

«E’ un’ingiustizia. La prova che in Italia la meritocrazia non esiste. Ma le pare giusto che io che ho passato il test, che mi sono impegnato, che ho sudato sui libri, abbia dovuto lasciare la mia città per andare a fare Medicina a Parma, spendendo 600 euro al mese per una stanza in convitto, e c’è gente che invece era stata bocciata ma grazie al ricorso al Tar si ritrova a fare l’università a due passi da casa, nella “mia” Brescia?». Antonio Baglioni è uno dei quasi 10 mila aspiranti camici bianchi che quest’anno hanno superato il famigerato test d’accesso alla facoltà di Medicina. A tentare la sorte erano in 63 mila, solo il 15 per cento ce l’ha fatta. Purtroppo, però, la prova dell’8 aprile scorso è stata travolta dai ricorsi: plichi manomessi, sospette copiature, anonimato violato per un autogol del Miur … Alla fine i giudici amministrativi hanno ordinato l’ammissione in sovrannumero di ben 5.000 studenti: bocciati all’esame, promossi dal Tar. Un maxi ricorso che è stato celebrato come una vittoria storica contro il numero chiuso in nome del diritto allo studio dai suoi promotori (Unione degli universitari in testa) ma che di fatto si è tradotto in un danno oggettivo e soggettivo per chi il test lo aveva passato: oggettivo perché gli atenei sono andati letteralmente in tilt a causa dell’ondata di nuovi immatricolati e soggettivo per il senso di ingiustizia bruciante nel ritrovarsi sorpassati da chi aveva ottenuto un punteggio molto peggiore del proprio.
(Fonte: Corsera 1011-2014)