Home 2014 18 novembre TEST UNIVERSITARI TEST DI MEDICINA. COME METTERE IN CRISI UN SISTEMA PERFORMANTE
TEST DI MEDICINA. COME METTERE IN CRISI UN SISTEMA PERFORMANTE PDF Stampa E-mail

Le migliaia di ripescaggi di chi non aveva superato il test di medicina per entrare in università - effetto della consueta sentenza del Tar - ci raccontano che non vi è certezza di nulla e pone per tutte gli atenei una serie di problemi. Eventi che ripropongono l'atavica diffidenza, tutta italiana, verso i test o, per essere più espliciti, verso ogni valutazione. Abbiamo sempre dubbi sui metodi utilizzati, sull'autorevolezza dei valutatori, possediamo costantemente un metodo migliore. I test nazionali di medicina hanno il raro pregio nel nostro Paese di mettere tutti gli studenti sullo stesso piano, di valutarne le potenzialità e di stendere con metodo oggettivo una graduatoria. Sistema che, favorendo una sana competizione, premia nelle scelte degli studenti le migliori università. Sembrerà una strada draconiana ma è sicuramente il metodo più utilizzato nel mondo. L'argomento che tenta di svalutare i test nella loro qualità è strumentale, non nel senso che siano perfetti, anzi tutt'altro, semmai vanno migliorati di anno in anno sapendo cosa va sondato in un futuro buon medico. Il principio deve essere difeso con forza, una società plurale e matura deve convivere con metodi di valutazione in campo formativo. La contrarietà a farsi valutare da enti esterni blocca ogni iter di selezione positivo di pratiche, persone, processi. C'è poi un problema tutto legato alle facoltà/scuole di medicina che nel nostro territorio (parliamo di migliaia di studenti) hanno punte di eccellenza formativa riconosciute a livello europeo, legate a grandi policlinici dove ricerca e clinica si fondono, e dove l'immissione di un numero impensato di nuovi allievi mina la qualità della didattica. L'abolizione futuribile dei test di ingresso come l'arrivo ora di tanti ripescati mette in seria crisi un sistema che soffre già difficoltà economiche ed organizzative. Ci si domanda çome mai, ancora una volta, un sistema performante in termini di risultati formativi debba essere messo in crisi da decisioni schizofreniche che non hanno mai un orizzonte di lungo termine.
(Fonte: S. Bianco, Corsera Milano 31-10-2014)