Home 2014 15 settenbre RECLUTAMENTO ANTICIPANDO IL PENSIONAMENTO DEI DOCENTI NON SI FA PIÙ SPAZIO AI GIOVANI UNIVERSITARI
ANTICIPANDO IL PENSIONAMENTO DEI DOCENTI NON SI FA PIÙ SPAZIO AI GIOVANI UNIVERSITARI PDF Stampa E-mail

I risparmi consentiti da norme sulla riduzione dell’età del pensionamento dei docenti sono di entità trascurabile, perché i docenti collocati a riposo – anche se escono dal bilancio delle università – passano a carico dell’Inps, restando in ultima analisi a carico dello Stato; e per gran parte di loro le pensioni saranno vicine agli attuali stipendi, perché calcolate per lo più con il metodo retributivo.
L’assunzione di giovani ricercatori o giovani docenti non è dunque facilitata sul piano finanziario dal pensionamento anticipato di chi li ha preceduti in queste funzioni. Semplicemente, così facendo si aumenta la spesa pubblica, scaricando i costi sul sistema pensionistico, come si è fatto dagli anni ’60 fino alla riforma Fornero, contribuendo in modo sostanziale ad accumulare gli oltre 2.000 miliardi di debito pubblico che ci affliggono. Noi riteniamo giusto assumere nuovi ricercatori e nuovi professori, perché investendo sulla ricerca di qualità si investe sul futuro, ma bisogna farlo razionalizzando la spesa, non attraverso “partite di giro”.
Quanto, infine, all’esigenza di ringiovanire le strutture di governance degli atenei, la legge 240 sull’università già impedisce di eleggere come direttore di dipartimento o come rettore un docente che andrebbe in pensione durante il mandato. Per diminuire l’influenza dei docenti più anziani, sarebbe sufficiente estendere questa norma alle commissioni di concorso (sia nazionali sia locali), escludendo dall’elettorato passivo i docenti ordinari con più di 65 anni.
(Fonte: P. Ichino, Europa 01-08-2014)