INFORMAZIONI UNIVERSITARIE

E’ di tutta evidenza che il suddetto collegamento, in un sistema in cui le risorse finanziarie degli Atenei sono sempre più ridotte e comunque gestite a livello centrale, con ciò rendendo quanto meno confuso il concetto di autonomia universitaria, limita le possibilità di chiamata dei professori ordinari. Il cui costo per l’Ateneo risulta molto maggiore di quello che sarebbe chiamato a sostenere per il solo avanzamento di carriera, tenuto anche conto che molti dei professori associati abilitati hanno un’anzianità di servizio ormai ragguardevole. In altri termini, un Ateneo potrebbe essere nelle condizioni di sostenere la spesa per l’avanzamento di carriera di un professore associato ma non di sopportare contestualmente la spesa per un ricercatore di tipo B. Anche in questo caso, quindi, la prospettiva di inquadramento nel ruolo superiore è compromessa da un vincolo vessatorio nei riguardi di chi è stato ritenuto meritevole dell’avanzamento di carriera. E’ pertanto necessario scindere i due percorsi, conferendo peraltro significato al concetto di autonomia universitaria.
Deve essere altresì rilevato che il rischio attuale è quello di un appiattimento della docenza universitaria nella seconda fascia. In altri termini, appare realistica una prospettiva di carenza sempre più marcata di professori di prima fascia e quindi di professionalità idonee alla direzione e alla creazione di scuole scientifiche e al governo degli Atenei. Oltretutto, la normativa vigente è confusa perché sembrerebbe possibile derogare al suddetto vincolo ma con un rischio in atto imprecisato di penalizzazione dell’Ateneo che formula questa scelta.
(Fonte: M. Palma e B. Spagnolo, Coordinamento Professori Associati Abilitati, Università di Palermo 04-07-2014)