Home 2014 14 marzo UE. ESTERO USA. INDAGINE SUI LAUREATI DEL PEW RESEARCH CENTER
USA. INDAGINE SUI LAUREATI DEL PEW RESEARCH CENTER PDF Stampa E-mail

Secondo uno studio reso noto di recente, un laureato su due negli Stati Uniti svolge una professione che, in realtà, richiederebbe conoscenze e un titolo di studio inferiori. Laureati, insomma, che si candidano a svolgere mansioni per cui basterebbe il diploma. È il fenomeno della cosiddetta overeducation, la situazione che si viene a creare quando il titolo di studio di cui si è in possesso non è necessario per coprire il posto di lavoro al quale ci si candida. Non solo, anche le competenze acquisite negli anni dell’università risultano superflue per il tipo di mestiere che si andrà a svolgere. Una dinamica che, naturalmente, ha un costo piuttosto difficile da stimare, ma che negli Stati Uniti viene spesso sintetizzata con una battuta: «Il laureato al college? Il primo in famiglia ad aver sprecato 160 mila dollari». Ma se lo studio dimostra ancora come il 15% dei tassisti americani, oggi, siano in possesso di una laurea (erano l’1% nel 1970), la realtà che emerge dal report risulta ben più complessa. Secondo il Pew Research Center, infatti, il tasso di disoccupazione tra i laureati si ferma al 3.2%, percentuale che raddoppia per i diplomati (6.5%) e triplica per chi ha abbandonato gli studi ancor prima (9.6%). Anche affrontando la questione dal punto di vista dei salari, poi, sembra diventare davvero conveniente aver completato il ciclo di studi universitari. Tra gli over 25 con un contratto a tempo pieno in tasca, i laureati guadagnano grossomodo il doppio rispetto ai diplomati (1219 $ a settimana contro 648 $). Dati che, complessivamente, fanno giungere il noto istituto di ricerca alla conclusione per cui non frequentare il college può diventare un prezzo da pagare negli anni.
Considerare l’università come una scommessa sul proprio futuro, insomma, potrebbe configurarsi come una scelta lungimirante e non propriamente uno spreco. O, almeno, non del tutto, considerando che «frequentare il college è tempo buttato, ma non farlo può essere peggio». Soprattutto se gli stessi datori di lavoro, a volte, preferiscono i laureati ai diplomati senza troppe remore. Perciò agli italiani con una laurea in tasca potrebbe convenire ancora provare ad attraversare l’oceano.
(Fonte: N. Di Turi, nuvola.corriere.it 17-02-2014)