Home 2014 14 marzo PROFESSIONI. LAUREE. OCCUPAZIONE ALMALAUREA: IN UN ANNO MENO 4% DI OCCUPATI CON LA TRIENNALE E MENO 2% CON LA MAGISTRALE
ALMALAUREA: IN UN ANNO MENO 4% DI OCCUPATI CON LA TRIENNALE E MENO 2% CON LA MAGISTRALE PDF Stampa E-mail

Anche se chi ha una laurea resta avvantaggiato rispetto a chi ha raggiunto solo il diploma di scuola media superiore, perché a 5 anni dal titolo solo l'8% dei laureati non lavora, il quadro generale è quello di «una sensibile, ulteriore frenata della capacità di assorbimento del mercato del lavoro». Nel dettaglio: tra i laureati di primo livello (laurea triennale, o breve), il tasso di occupazione è sceso di 4 punti solo nell'ultimo anno, di 16 se si confronta il dato con il 2008: a un anno dal titolo il 66% dei laureati brevi lavora o quantomeno svolge uno stage retribuito. Tra i colleghi magistrali la contrazione registrata è di due punti, e di 11 rispetto al 2008. Tra gli studenti che scelgono di proseguire con la laurea specialistica, infatti, lavorano in 70 su 100. Quelli messi peggio sono i magistrali a ciclo unico, per lo più studenti dei vecchi corsi di laurea: per loro il crollo è del 3% rispetto al rapporto dell'anno scorso, ma del 23% rispetto all'indagine 2008. A parità di condizioni di partenza, chi si laurea all'Università di Reggio Calabria Mediterranea ha il 59% di possibilità di lavorare o di frequentare uno stage pagato, a tre anni dal titolo, percependo 1.045 euro al mese netti. Chi esce dallo Iulm di Milano nell'88,3% dei casi ha un'occupazione dopo tre anni, e la sua busta paga arriva a 1.251 euro. Il tasso di disoccupazione dei laureati così può oscillare dal 28% dell'università calabrese, passando per il 20,4% della II Università di Napoli e il 18,5% di Salerno per arrivare al 3,3% dell'ateneo di Milano S. Raffaele, senza disdegnare Genova (6,5%), Torino e Trieste (8,3%). Anche se l'indagine non prende in considerazione alcuni atenei importanti - come la Statale di Milano o l'Università di Pisa - restituisce una frattura netta tra un Sud disarmato che arranca, dove i laureati stentano a trovare un'occupazione, e spesso si accontentano di lavoretti poco qualificanti, e un Nord avanzato, dove cominciare a lavorare, o anche frequentare un corso di formazione retribuito, è quasi scontato, e dove gli stipendi sono fino a 200 euro più alti.
Quando si sceglie il corso di laurea, bisogna considerare che i laureati di Ingegneria e delle professioni sanitarie, nonché dei gruppi educazione fisica e scientifico, sono favoriti nella ricerca di lavoro rispetto ai colleghi dei percorsi giuridico-psicologico e geo-biologico. E poi: più giovani, quindi chi si laurea prima, e chi conosce inglese e tedesco, è più ricercato. Il resto, è fortuna.
(Fonte: V. Santarpia, Corriere di Bologna 11-03-2014)