Home 2014 14 marzo PROFESSIONI. LAUREE. OCCUPAZIONE INDAGINE SULLE ASPETTATIVE DEI GIOVANI LAUREATI PER L’INSERIMENTO NEL MONDO DEL LAVORO
INDAGINE SULLE ASPETTATIVE DEI GIOVANI LAUREATI PER L’INSERIMENTO NEL MONDO DEL LAVORO PDF Stampa E-mail

"I giovani sfidano il futuro: Dall'impiego all'impegno", indagine che la società di consulenza Bain & Company ha realizzato per fotografare le aspettative dei giovani laureati italiani in procinto di entrare nel mercato del lavoro. Il rapporto offre una serie di preziosi dati comportamentali da valutare opportunamente in un periodo di perdurante disoccupazione giovanile, alla vigilia dell'adozione delle concrete misure attuative del Programma UE Youth Guarantee, che attribuirà al nostro Paese oltre 500 milioni di euro per migliorare le opportunità di orientamento, di formazione e di inserimento lavorativo del segmento più giovane della popolazione.
Il sondaggio è stato condotto on line su un campione di 1.000 giovani, un terzo dei quali residente in tre Regioni del Nord (Lombardia, Piemonte e Veneto), oltre la metà di età inferiore a 24 anni e per due terzi iscritto in corsi universitari principalmente di Economia, Ingegneria e Giurisprudenza. Ai partecipanti all'indagine è stato chiesto di conoscere le loro priorità, la disponibilità all'impegno e la tipologia delle rinunce che sono in grado di sopportare per avere successo. I risultati appaiono tutt'altro che deludenti, ben lontani dallo stereotipo che li aveva descritti come bamboccioni, indignados o sfigati: si definiscono generatori di idee ambiziose e pronti a investire seriamente su loro stessi e sulle loro aspirazioni e ad accettare difficoltà e rischi di fare impresa pur di perseguire con passione e tenacia la propria strada.
Abbastanza positivo il giudizio nei confronti del sistema accademico, che a loro avviso li aiuta a creare le basi per la propria carriera, ma non garantisce una connessione al mondo del lavoro e della classe dirigente, vista come esempio di coraggio e di eccellenza, che non promuove però sufficientemente un ambiente meritocratico e la crescita giovanile.
Più negativa la fiducia espressa nei confronti delle istituzioni pubbliche, accusate di non favorire l'imprenditorialità, e ancor più (88% dei pareri espressi) nei confronti delle banche e dei finanziatori, rimproverati di non contribuire a sufficienza alla nascita e allo sviluppo di nuove aziende, non facilitando l'accesso al credito con il rischio del fallimento come nuova regola del gioco.
(Fonte: A. Lorenzi, rivistauniversitas 11-03-2014)