Home 2014 14 marzo IN EVIDENZA MINISTRO GIANNINI. GLI INTENTI DELLA SUA POLITICA UNIVERSITARIA
MINISTRO GIANNINI. GLI INTENTI DELLA SUA POLITICA UNIVERSITARIA PDF Stampa E-mail

Nella prima visita da ministro a un ateneo (UNIPD), Stefania Giannini si è esposta su due temi critici: la quota premiale dell'Ffo e il diritto allo studio. Sul primo ha affermato che i meccanismi premiali dovranno essere potenziati e resi fondamentali nell'assegnazione complessiva dei finanziamenti. Forse un preludio alla rimozione dei vincoli e delle "quote di riequilibrio" che vanificano completamente il sistema d’incentivazione. Quanto al diritto allo studio, il ministro ha assicurato l'impegno a eliminare il fenomeno degli "idonei senza borsa". Nel suo discorso nell'aula magna, il ministro ha trattato puntualmente, pur senza citarle, le quattro richieste che la CRUI ha rivolto al governo in una lettera aperta: anzitutto, la previsione d’incentivi agli atenei per l'assunzione di giovani ricercatori, e in particolare per trattenere in Italia studiosi che si siano messi in luce con ricerche di respiro internazionale, poi il tema dell'accesso agli studi universitari per le fasce deboli, e la priorità nell'arrestare l'emorragia di immatricolati (un calo del 17 per cento negli ultimi dieci anni); la necessità di avvicinare università e mondo delle imprese con uno specifico job education act, un piano che preveda una collaborazione costante tra le due parti con effetti benefici su formazione e occupazione; infine, una riforma delle procedure previste da leggi e atti amministrativi, che liberi le università dai troppi vincoli burocratici che ne frenano l'azione e la capacità di competere a livello europeo. Su questo punto la Giannini si è soffermata con diversi esempi: la valutazione ministeriale, che da preventiva deve diventare successiva, per rendere rapidi ed efficienti i processi decisionali degli atenei; l'abilitazione scientifica (il ministro ha manifestato la volontà di cambiarne drasticamente i meccanismi); un'autonomia più marcata come parte del sistema premiale. Sui finanziamenti, il ministro ha annunciato che è allo studio del governo la richiesta di revisione del patto di stabilità: l'istruzione dovrebbe essere tra i settori che otterrebbero i maggiori benefici dalle risorse liberate. Sulla formazione professionale, infine, il ministro ha avuto apprezzamenti verso un sistema che ritiene fondamentale per arginare la dispersione scolastica e la disoccupazione giovanile, giunta a livelli drammatici. Un percorso che, rispetto a quello universitario, non deve essere ritenuto di second'ordine, ma al contrario deve permettere di esprimere vocazioni, con la valorizzazione dei talenti e della manualità.
Sulle dichiarazioni del ministro Giannini è intervenuto il rettore Giuseppe Zaccaria, che ha sottolineato tre punti che lo vedono molto favorevole: la programmazione triennale dei finanziamenti, il superamento del meccanismo dei punti organico per le assunzioni e l'abolizione della terza tornata del concorso per l'abilitazione scientifica nazionale. Il rettore ha espresso anche l'auspicio che sia resa effettiva la politica di premialità del ministero, che al momento è, di fatto, inesistente, e che si riesca a superare quella pesante burocrazia ministeriale che spesso stronca sul nascere anche le migliori forze rinnovatrici.
(Fonte: F. Boccaletto, M. Periti, ilBo 11-03-2014)