Home 2014 12 gennaio VARIE NON MORTIFICARE LA SPECIFICITÀ DELLA CULTURA UMANISTICA
NON MORTIFICARE LA SPECIFICITÀ DELLA CULTURA UMANISTICA PDF Stampa E-mail

L'appello per gli studi umanistici scritto da Roberto Esposito, Ernesto Galli della Loggia e Alberto Asor Rosa (pubblicato sull'ultimo numero de Il Mulino, e che ora sta circolando come documento tra le società scientifiche per ricevere una vasta adesione da parte della comunità degli studiosi) giunge opportuno per richiamare l’attenzione della cultura italiana (non oso sperare in quella dei politici) sul deperimento che sta subendo da alcuni decenni un settore della cultura e della ricerca italiana che sinora ha rappresentato un asse portante dell’identità culturale della nazione. E, in effetti, si mette giustamente nella dovuta luce come grazie a questa specifica cultura – e non a quella scientifico-tecnica, di per sé universalizzante e quindi meno legata alle specifiche storie nazionali – venga a edificarsi il senso civile e l’identità di una nazione, che altrimenti andrebbe smarrito insieme alla memoria del proprio passato e alle motivazioni che hanno fatto essere l’oggi quello che è. Considerazioni tutte da condividere, specie quando si rivolgono a stigmatizzare le più recenti tendenze espresse nell’ambito della politica universitaria, dove il concetto di valutazione – e le connesse procedure messe in atto dall’ANVUR – hanno finito per mortificare la specificità della cultura umanistica; tendenze nella sostanza cablate su modelli procedurali tratti dalle scienze ingegneristiche e tecniche. E a ciò ha fatto da controcanto una generale svalutazione della conoscenza umanistica in quanto con essa “non si mangia”, in altre parole non è foriera di quello sviluppo tecnologico ed economico cui anche la ricerca scientifica dovrebbe essere piegata.
(Fonte. F. Coniglione, Roars 17-12-2013)