Home 2014 12 gennaio VARIE SOSPESA PER UN MESE DOCENTE DI UNIVERSITÀ TELEMATICA
SOSPESA PER UN MESE DOCENTE DI UNIVERSITÀ TELEMATICA PDF Stampa E-mail

Immediatamente dopo la pubblicazione su Roars dell’articolo “Cervelli in standby. La mutazione genetica del ricercatore nell’era delle telematiche”, a firma mia e della collega Alida Clemente, il CdA di Unicusano, ritenendo l’articolo lesivo dell’immagine dell’ateneo, ha sanzionato Alida con un gravissimo provvedimento: la sospensione per un mese dal lavoro e dalla retribuzione. La sanzione è, a mio parere, ingiustificata e credo che leggendo l’articolo sia agevole concordare con me. Mi limito a ricordare che la prima parte dell’articolo presentava alcuni dati sugli atenei telematici in Italia e la seconda evidenziava come il carattere prevalentemente commerciale di tali strutture, istituzionalmente votate alla didattica, entri facilmente in contrasto con la natura della docenza universitaria, che implica uno stretto rapporto fra didattica e ricerca. Dietro la sanzione inflitta ad Alida dal CdA di Unicusano, emerge un insieme di questioni importanti che non si può fingere d’ignorare e che non sono esclusivamente riducibili ai rapporti interni all’Ateneo. La missione dell’Università prevede l’interconnessione di didattica e ricerca, con tutte le dovute autonomie, previste dalla legge. Peraltro, le autorizzazioni ministeriali a rilasciare certificati di laurea e diplomi di studio legalmente riconosciuti sono fondate sul pieno rispetto delle norme vigenti comprese quelle relative allo stato giuridico della docenza universitaria. È bene tenere presente, ad ogni modo, che quanto è accaduto ad Alida, data la normativa sulle competenze disciplinari, potrebbe ripetersi anche in altri atenei, non solo privati e non solo telematici, e ciò costituirebbe una pericolosa tendenza a ridurre gli spazi di libera espressione, pur garantiti dalla stessa Costituzione (art. 21), in nome di una malintesa governabilità. Anche per questo l’uso delle sanzioni disciplinari contro chi esprime legittime opinioni e non si allinea alle scelte di governo degli atenei va combattuto con la massima determinazione. La normativa attuale relativa ai collegi di disciplina – come sottolineato dal CUN già in una mozione del 2 dicembre 2009 e ribadito con forza dalla più ampia parte del mondo universitario in questi anni – è un indice gravissimo della condizione di crisi delle istituzioni universitarie e di limitazione progressiva degli spazi di autonomia e libertà nei nostri atenei.
(Fonte: A. Arienzo, Roars 02-12-2013)