Home 2014 12 gennaio RECLUTAMENTO UN RECLUTAMENTO SEMPLIFICATO. LA CHIAMATA DIRETTA
UN RECLUTAMENTO SEMPLIFICATO. LA CHIAMATA DIRETTA PDF Stampa E-mail

La scorsa estate, con il c.d. “Decreto del Fare”, ossia con l’art. 58, comma 3, della legge 9 agosto 2013, n. 98, si modifica ancora una volta la norma (l’art. 1, comma 9, della legge 230/2005) che disciplina le cosiddette “chiamate dirette”, facendola oggetto di una semplificazione dedicata solo ad alcune figure, ossia a coloro che risultino vincitori di specifici programmi di ricerca di alta qualificazione finanziati dall’Unione Europea o dal domestico Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Loro, e soltanto loro, potranno essere chiamati direttamente, ovvero “per direttissima”, presso gli Atenei, sulla sola base della proposta che formulata dall’Università interessata e del nulla osta che eventualmente darà il Ministro, sempre che, continua a precisare la legge, i programmi dei quali sono vincitori rientrino fra quelli identificati, sentiti l’ANVUR e il CUN, con apposito decreto ministeriale. Non è dunque più necessario alcun filtro, in particolare non occorre più acquisire il parere di commissioni composte da docenti del settore. Sarà appunto sufficiente, per entrare nei ruoli universitari, la proposta dell’Università, che potrà anche avvalersi di finanziamenti appositi, e il successivo nulla osta del Ministro. Una semplificazione che eviti complicazioni amministrative e burocratiche per favorire un “merito” che si favorisce anche attraverso lo stanziamento di 5 milioni di euro ad hoc nel FFO. Un merito che, dice la legge, sarà comunque garantito, quasi accertato ex ante, grazie al decreto ministeriale che stabilisce quali siano questi speciali programmi che danno titolo a diventare anche professore ordinario senza passare attraverso i labirinti delle abilitazioni e le porte oscure, si spera non blindate, dei reclutamenti locali. Tutto è pronto, tutto è già operativo. Manca però qualche cosa: il decreto ministeriale che stabilisce in quali casi è possibile questa immissione nei ruoli dei professori e dei ricercatori universitari ”per direttissima”. Per meglio dire, un decreto c’è: è il DM 1 luglio 2011, n. 276 che però è “scaduto”. L’art. 5 di quel decreto prevede, infatti, che debba essere rivisto ogni due anni. Siamo a novembre 2013 e il nuovo decreto non c’è.
(Fonte: Redazione Roars 13-12-2013)