Home 2013 2 dicembre RICERCA. RICERCATORI. INNOVAZIONE RICERCA. LA RIVISTA NATURE NEUROSCIENCE DENUNCIA: "LA RICERCA BIOMEDICA ITALIANA SOTTO ATTACCO"
RICERCA. LA RIVISTA NATURE NEUROSCIENCE DENUNCIA: "LA RICERCA BIOMEDICA ITALIANA SOTTO ATTACCO" PDF Stampa E-mail

L'Italia non sembra essere un Paese per scienziati. Alla conclusione arriva un duro editoriale che la rivista Nature Neuroscience dedica al nostro Paese. "La ricerca biomedica italiana sotto attacco" è il titolo dell'articolo, che parte scrivendo: «Gli ultimi due anni sono stati un periodo molto duro per gli scienziati italiani». L'editoriale prosegue citando la nuova "legge miope" sulla sperimentazione animale come «uno degli ostacoli insuperabili», capace di «minare alle fondamenta quasi tutta la ricerca biomedica del Paese». La controversa legge sulla sperimentazione animale nasce da una direttiva europea del 2010. Nonostante Bruxelles vietasse ulteriori inasprimenti delle norme, l'Italia ha inserito vari emendamenti restrittivi. Il testo modificato è uscito dal Parlamento il 6 agosto ed è stato approvato solo in via preliminare (quindi non è ancora effettivo) dal Consiglio dei Ministri giovedì 21 u.s. Prevede il divieto di allevare e di usare in laboratorio cani, gatti e primati (già oggi l'80% delle cavie usate in Europa sono topi e ratti) e obbliga a somministrare analgesici prima di ogni procedura, iniezioni incluse. La norma della legge 96 del 6 agosto 2013 che inquieta gli scienziati e che ha spinto Nature Neuroscience a parlare di "attacco alla ricerca italiana" è però un'altra: quella che "vieta l'utilizzo di animali per gli xenotrapianti". Buona parte della ricerca oncologica oggi si svolge prelevando delle cellule dal tumore di un paziente e impiantandole nei topolini, per seguire nell'animale andamento della malattia ed effetto delle cure. «La nuova legge ostacolerebbe la ricerca di nuove terapie contro il cancro. Il problema riguarda gli xenotrapianti, ma anche i test di tossicità dei nuovi farmaci. In Italia un laboratorio su due, fra quelli che effettuano ricerca preclinica, vedrebbero il loro lavoro compromesso» spiega Pier Paolo Di Fiore, ex direttore dell'istituto di ricerca oncologica Ifom e professore all'università di Milano. Contro questa eventualità, i ricercatori dell'associazione "Pro Test" hanno manifestato il 19 settembre a Montecitorio e hanno organizzato conferenze nei prossimi giorni in varie città. Tutti i direttori degli Istituti di ricerca oncologica in Italia hanno firmato la petizione della Federazione italiana scienze della vita. Un'altra raccolta di firme su www.salvalasperimentazioneanimale.it ha raggiunto 13mila adesioni. «In realtà ci siamo sempre sforzati, eccome, di spiegarlo» dice Matteoli, che lavora nel dipartimento assaltato ad aprile. «Ma di fronte all'uso dell'emotività non abbiamo strumenti. I servizi in tv parlano di sperimentazione mandando in onda immagini di gattini maltrattati. Ma noi usiamo topi, e seguiamo fior di controlli e precauzioni, previsti già dalla legge attuale». E proprio la mancanza di "comprensione reciproca" fra cittadini, ricerca e politica, sottolinea Nature, è il tratto comune che lega tutti gli episodi degli "anni orribili" vissuti dalla scienza in Italia.
(Fonte: E. Dusi, La Repubblica 27-11-2013)