Home 2013 30 luglio LIBRI MOOCS AND OPEN EDUCATION: IMPLICATIONS FOR HIGHER EDUCATION – A WHITE PAPER
MOOCS AND OPEN EDUCATION: IMPLICATIONS FOR HIGHER EDUCATION – A WHITE PAPER PDF Stampa E-mail
Li Yuan e Stephen Powell (a cura di). Ed. JISC-Cetis 2013. http://publications.cetis.ac.uk/2013/667.

Il Rapporto intende offrire ai decisori politici e agli utilizzatori gli elementi utili per una migliore conoscenza dei Mooc (Massive Open Online Courses), che alimentano approfonditi dibattiti a proposito del loro impatto su diversi aspetti della missione universitaria: rapporti con un’utenza allargata, mantenimento della qualità del servizio offerto, modalità di finanziamento, introduzione di nuovi modelli educativi. L’indagine di Yuan e Powell, arricchita da un’interessante bibliografia, rende noti in particolare anche gli sviluppi registrati sia nel Regno Unito (in risposta agli aumenti nella tassazione universitaria) che negli Stati Uniti e in Canada, ove soggetti economici privati hanno fatto la loro comparsa sul mercato della formazione accanto o indipendentemente dalle istituzioni universitarie. Il fenomeno si è configurato nell’ultimo quinquennio come estensione dei preesistenti approcci di insegnamento online, favorito – specialmente nelle aree economicamente più sviluppate – dall’uso delle nuove tecnologie. Il termine Mooc è stato introdotto per la prima volta nel 2008 da Dave Cormier per descrivere il corso tenuto dai proff. Siemens e Downes Connectivism and Connective Knowledge destinato inizialmente a 25 iscritti a pagamento; contemporaneamente vi parteciparono, gratuitamente e senza riconoscimento di crediti, 2.300 utenti sparsi nel mondo che avevano chiesto di iscriversi. Nel 2011 il prof. Sebastian Thrun e i suoi colleghi dell’Università statunitense di Stanford attirarono allo stesso modo ben 160.000 utenti da più di 190 Paesi per il corso Introduction to Artificial Intelligence. Non mancano gli interrogativi sulle problematiche connesse: innovazioni da apportare in ambito pedagogico con la creazione di nuovi modelli educativi più adeguati alle circostanze, salvaguardando gli aspetti qualitativi. Ma soprattutto gli Autori – in presenza di realtà frammentarie e ancora non adeguatamente regolamentate – esortano le università a rafforzare e sviluppare un piano strategico e coordinato per assumere decisioni informate a livello nazionale e internazionale a vantaggio di un insegnamento di qualità e più accessibile a tutti.
(Fonte: dalla recensione di M.L. Marino, rivistauniversitas luglio 2013)