Home 2013 18 giugno VARIE L'INGLESE NELLE UNIVERSITÀ. DOPO LA PRONUNCIA CONTRARIA DEL TAR LOMBARDIA
L'INGLESE NELLE UNIVERSITÀ. DOPO LA PRONUNCIA CONTRARIA DEL TAR LOMBARDIA PDF Stampa E-mail
Non capisco poi in cosa consisterebbe la discriminazione degli studenti che non conoscano la lingua inglese se dovessero essere attivati dei corsi in quella lingua. Qui davvero non capisco se siamo nell'ambito del diritto condendo o cosa? Voglio dire: forse che il riconosciuto e verificato possesso di pre-requisiti di matematica necessari per un corso di economia sono una forma di discriminazione? No, evidentemente. E allora perché prevedere che lo studente debba poter comunque seguire le lezioni in italiano? Da un punto di vista sociologico sembra quasi una tesi pensata per tutelare gli italiani come se gli studenti del Politecnico fossero come  i Kurdi in Turchia negli anni '90, quando era proibito l'uso della loro lingua, una situazione dalla quale siamo ben lontani in Italia: infatti, pochissimi conoscono l'inglese e certamente non c'è una egemonia del suo uso. Forse si teme allora una sorta di piano inclinato, con la graduale ma inesorabile eliminazione dell'italiano, che come tutti sanno esiste da quando il mondo era una palla di fuoco? Anche se poi alla fine la domanda delle domande è questa: ma può una questione del genere essere lasciata a sentenze, ricorsi, e appelli? No forse, no, non è possibile perché l'inglese è importante comunque e magari pure facile come dice quella faccia da schiaffi del bambino nella pubblicità.
(Fonte: M. http://noisefromamerika.org 10-06-2013)