Home 2013 6 Maggio RIFORMA UNIVERSITARIA RIFORMA UNIVERSITARIA. SCARSAMENTE CORAGGIOSA NEI NODI CRUCIALI
RIFORMA UNIVERSITARIA. SCARSAMENTE CORAGGIOSA NEI NODI CRUCIALI PDF Stampa E-mail

La lettura Cesare Alfieri 2013 (Firenze 09-04-13) ha visto protagonista il professor Marino Regini, ordinario della Statale di Milano, che ha parlato de ‘La riforma universitaria italiana in prospettiva comparata’. “La riforma Gelmini – ha spiegato il sociologo Regini, - si inquadra nei processi riorganizzazione che hanno interessato tutti i sistemi di istruzione in Europa”. Alla base della necessità di rinnovamento, l’università di massa, con relativa esplosione dei corsi, e la sempre crescente importanza data alla formazione. In 40 anni, ha sottolineato il docente, le matricole sono aumentate di sei volte tanto. Tra i tratti comuni delle riforme adottate nei Paesi europei, un rafforzamento della leadership di ateneo, una gestione più manageriale e una riduzione del potere degli organi collegiali. Se da un lato si è offerta maggiore autonomia alle università, dall’altro dagli anni Ottanta e Novante son stati introdotti sistemi di valutazione e accreditamento. In questo senso ecco l’eccezione italiana, dove “l’autonomia è stata sviluppata senza competizione e senza l’immediata messa a punto di criteri di valutazione”. Si arriva dunque ad una serie di riforme sentite come “punitive”. E quella della Gelmini, ha dimostrato “scarso coraggio nei nodi cruciali”, lasciando agli atenei libertà di scelta riguardo ad aspetti decisivi. Morale: “La maggior parte degli atenei ha scelto forme conservatrici”. Nessuno ha optato per il sistema di elezione di secondo grado del rettore. E il numero di esterni nel Cda è stato stabilito nel minimo previsto della legge. Infine, nel Bel Paese manca la differenziazione dei sistemi d’istruzione, come invece avviene in Germania, in Olanda e in Belgio.
(Fonte: E. Gullè, lanazione.it 09-04-2013)