Home 2013 6 Maggio ATENEI POLIMI. «THE WORLD AT POLIMI»
POLIMI. «THE WORLD AT POLIMI» PDF Stampa E-mail

Sette milioni di matricole, un milione e mezzo di laureati di cui circa 700 mila ingegneri. Sono i numeri annuali del sistema universitario cinese che, però, da tempo vuole aprirsi agli studenti stranieri considerandoli uno dei canali per elevare la posizione internazionale del settore dell'istruzione. Per questo motivo, al Politecnico di Milano, Du Yubo, viceministro cinese dell'Istruzione, i rettori e i rappresentanti di 30 università cinesi (una delegazione di circa 100 persone) presenteranno le opportunità di studio in Cina per gli studenti italiani. L'evento chiamato «The World at Polimi» è organizzato dal Politecnico di Milano in collaborazione con il «China Scholarship Council» e punta anche a far conoscere costumi e tradizioni dell'Impero di Mezzo. Inoltre, i circa 700 studenti cinesi iscritti al Politecnico milanese hanno organizzato per i loro coetanei italiani una mostra, uno spettacolo di musica tradizionale e un workshop di calligrafia. È oramai assodato che per gli oltre 150 mila studenti stranieri in Cina è imprescindibile capire anche le tradizioni culturali per «leggere» il presente. I futuri ingegneri, manager o avvocati puntano a creare connessioni durature con il Paese che conta 1,5 miliardi di abitanti ed è già la seconda potenza economica mondiale in termini di Prodotto interno lordo. Motivo per cui la Cina è considerata una meta ambita per arricchire il curriculum di uno studente dei giorni nostri. «Oggi le politiche dell'Istruzione cinese puntano a sviluppare un legame forte con l'Europa - spiega Giuliano Noci, prorettore delegato del Polo territoriale cinese del Politecnico di Milano - favorendo gli scambi di studenti perché trovano molto interessante la procedura di accreditamento che vige in Ue». L'importanza di questo flusso studentesco universitario che l'Italia intercetta è enorme e sarà analizzato oggi nel corso di un intervento di Giovanni Azzone, rettore del Politecnico. «È assodato che l'Italia è fra i Paesi più ricercati dagli studenti cinesi - argomenta Noci - sia perché la nostra tradizione culturale gode di grande rispetto sia perché viene riconosciuto il nostro alto livello di creatività e preparazione in termini di problem solving e ricerca tecnologica. In poche parole, l'Italia è percepita non solo come la capitale della creatività e del design ma anche come un modello universitario in grado di favorire lo sviluppo tecnologico e il progresso scientifico.
Noi del Politecnico abbiamo una visione internazionale e vogliamo rafforzare questo ponte con loro». Un'attenzione dimostrata proprio dalla creazione di un Polo territoriale cinese. «Il Politecnico di Milano è l'unico ad aver istituito una figura come la mia - continua Noci - perché vogliamo essere stabilmente fra i primi 50 al mondo e non possiamo prescindere dal bacino più grande di laureati d'ingegneria al mondo. In Cina siamo già presenti con un campus a Shanghai e abbiamo numerosi docenti che vanno in Asia come visiting professor. Abbiamo anche costituito una società di diritto cinese e in futuro vogliamo rafforzare partnership scientifiche e culturali».
(Fonte: CorSera 19-04-2013)