Home 2013 6 Maggio EU. ESTERO UE. IL NUOVO QUADRO EUROPEO DEI TITOLI E DELLE COMPETENZE
UE. IL NUOVO QUADRO EUROPEO DEI TITOLI E DELLE COMPETENZE PDF Stampa E-mail

La spinta a uniformare il sistema universitario italiano agli accordi presi in sede europea nel cosiddetto Processo di Bologna costituisce il macro-contesto di avvio di questa sperimentazione. Il documento di lancio di questa nuova sperimentazione ANVUR riferisce sia alle norme relative all’accreditamento e alla valutazione periodica definite dall’ENQA (European Association for Quality Assurance in Higher Education) e alle European Standard and Guidelines (ESG) adottati a Bergen nel 2005, sia al complesso degli accordi presi a partire dall’incontro del 2005 fino alla recente conferenza dei ministri europei tenutasi a Bucarest il 26 e 27 aprile del 2012. Questo perché “le ESG, centrate come sono unicamente sulle procedure, diversamente dalle altre disposizioni europee prese a Bergen nel 2005 e poi approfondite in norme europee nei 7 anni successivi, nulla hanno da suggerire riguardo agli indicatori e i parametri necessari per l’accreditamento e la valutazione periodica” (p.1).
Tra le più importanti decisioni prese a Bergen 2005, infatti, vi è l’adozione di un quadro europeo dei titoli di studio comprendente tre cicli di istruzione superiore cui sono associati livelli progressivi di competenze acquisite dagli studenti definiti attraverso specifici descrittori. Tali descrittori sono basati sui risultati dell’apprendimento (learning outcomes) e sulle competenze acquisite. Se i risultati del processo di apprendimento del singolo studente sono valutati dagli atenei sulla base dei regolamenti didattici e delle declaratorie dei singoli corsi di studio, il test proposto dall’ANVUR si pone come obiettivo quella di valutare, su base nazionale, gli effettivi risultati raggiunti dagli studenti al termine dei diversi cicli di studio. Alla base di questa scelta è richiamata la Raccomandazione (2006/962/CE) del Parlamento e del Consiglio Europeo secondo cui gli Stati membri si impegnano a sviluppare strategie di apprendimento capaci di rafforzare: 1. Capacità di comunicazione nella madrelingua; 2. Capacità di comunicazione in una o più lingue straniere; 3. Conoscenze in matematica e di base in scienze e tecnologia; 4. Competenze digitali; 5. Capacità sociali e civiche; 6. Capacità di imparare a imparare; 7. Spirito di iniziativa e imprenditorialità; 8. Capacità di espressione culturale. Nella Raccomandazione 2008/C111/01 sono quindi illustrate quelle conoscenze, abilità e competenze che corrispondono agli 8 livelli di apprendimento così come sono definiti dal quadro europeo dei titoli (European Qualification Framework). Il ciclo di studi triennale è rappresentato dal 6 livello della scala descritta dall’EQF e prevede: l’apprendimento di conoscenze avanzate in un ambito di lavoro o di studio; la comprensione critica di teorie e principi; capacità di problem solving; competenze gestionali e progettuali; capacità decisionali; capacità di conduzione di gruppi di lavoro. La raccomandazione auspicava che tutti i paesi europei potessero entro il 2010 far sì che i certificati di qualifica rilasciati facessero riferimento al rispettivo livello del quadro europeo dei titoli. In breve, se l’Europa ha assunto come asse portante del proprio investimento in conoscenza e competitività la costruzione di un quadro comune dell’istruzione e della formazione superiore, nella costruzione di questo quadro è apparso prioritario lo sforzo di favorire negli studenti l’acquisizione innanzitutto di competenze generaliste. L‘ANVUR ha pertanto ritenuto necessario non solo definire in maniera determinata tali competenze sulla base delle traduzioni in italiano delle declaratorie europee, ma anche sintetizzarle in indicatori quantitativi, e quindi misurabili, per valutare l‘effettiva acquisizione di tali competenze da parte degli studenti italiani. Nel documento di lancio di questo test l’Anvur ricorda come l’Italia sia tra quei paesi che non hanno ancora adempiuto agli accordi europei, rimandando ad un documento del CEDEFOP (European Centre for the Development of Vocational Training) del 2011 che evidenzia come nel nostro paese manchi un quadro nazionale delle qualifiche, e ritiene che sia urgente recuperare il gap con la gran parte degli altri partner europei.
In termini politicamente più espliciti, l’ANVUR evidenzia come l’esecutivo Monti si sia voluto adeguare rapidamente ai dettati europei proprio a partire dalla “riforma del mercato del lavoro Fornero” nei suoi commi 51-61 e 64-68 dell’art.4 sull’apprendimento permanente che si ispirerebbe “allo spirito generale” nonché “ad alcuni dettami specifici delle conclusioni” dei Ministri presenti a Bucarest nel 2012 (p.3). Nel riprendere questo specifico aspetto della riforma del mercato del lavoro, l’agenzia ribadisce la necessità di imporre, attraverso i processi dell’accreditamento e della valutazione, un legame più stretto tra i crediti acquisiti dallo studente e gli esiti dell’apprendimento, nonché tra crediti e carichi di lavoro.
(Fonte: A. Arienzo, http://tinyurl.com/cg7uqt7 12-04-2013