Home 2013 28 marzo LAUREE LAUREE. CONFRONTO DEI VANTAGGI TRA LAUREE IN ATENEI PRIVATI E LAUREE IN ATENEI PUBBLICI
LAUREE. CONFRONTO DEI VANTAGGI TRA LAUREE IN ATENEI PRIVATI E LAUREE IN ATENEI PUBBLICI PDF Stampa E-mail

Al fine di verificare se ed in quale misura i laureati provenienti dalle università private siano avvantaggiati nella transizione al mercato del lavoro abbiamo utilizzato l’indagine Istat 2007 sugli esiti professionali dei laureati italiani del 2004, che ha raccolto informazioni su un campione rappresentativo di oltre 45 mila laureati di vecchio e nuovo ordinamento. Abbiamo utilizzato quattro indicatori per misurare gli esiti occupazionali: la probabilità di essere occupati a un anno e a tre anni dalla laurea, la retribuzione oraria e il livello dell’occupazione svolta a tre anni dalla laurea. La variabile indipendente consiste nell’essersi laureato in uno dei sette atenei privati inclusi nel campione Istat (in cui non sono incluse le cosiddette “università telematiche”) oppure essersi laureato in una delle 59 università statali. E’ necessario confrontare i rendimenti occupazionali dei laureati degli atenei privati con un gruppo comparabile di laureati degli atenei statali. Per fare ciò abbiamo innanzitutto eliminato dalle analisi i laureati di ingegneria e architettura delle università statali, poiché non hanno omologhi nelle università private. Per lo stesso motivo, abbiamo ristretto l’analisi ai laureati delle tre grandi regioni dove sono presenti sia atenei privati che statali. In secondo luogo, abbiamo applicato una procedura statistica nota con il termine di propensity score matching, in modo da individuare per ciascun laureato delle università private uno o più laureati degli atenei pubblici che possedessero caratteristiche socio-demografiche e una carriera scolastica simile. I risultati ottenuti con questa procedura tentano di rispondere a questa domanda di ordine controfattuale: quali esiti occupazionali avrebbero ottenuto in media i laureati delle università private se avessero frequentato una università pubblica? Il confronto con gli esiti effettivamente ottenuti ci fornisce una misura dell’effetto di aver frequentato un ateneo privato sugli esiti occupazionali. I risultati riportati sono piuttosto chiari: la probabilità di essere occupati ad un anno dalla laurea è in media del 59% per i laureati degli atenei privati, mentre salirebbe al 62% se questi si fossero laureati in un ateneo statale. Al contrario, la loro probabilità di essere occupati a tre anni dalla laurea si attesta sull’83%, mentre sarebbe dell’80% nel caso di laurea in ateneo statale. Sebbene entrambi i confronti siano statisticamente significativi al 95%, le differenze sono sostanzialmente trascurabili; inoltre, il primo avvantaggia gli atenei statali, mentre il secondo gli atenei privati. Sugli altri due confronti, la retribuzione oraria e la probabilità di essere impiegato in una occupazione di medio-alto livello, invece, l’effetto di essersi laureati in un ateneo privato è nullo, sia dal punto di vista sostantivo che statistico.
In conclusione, i dati non sostengono la diffusa percezione di un vantaggio cospicuo dei laureati delle università private nella transizione al mercato del lavoro. Rimane da capire se eventuali differenze emergano successivamente nelle traiettorie di carriera oppure siano confinate ad alcuni ambiti disciplinari/settoriali o atenei specifici. Ad ogni modo possiamo affermare che, in media e nel breve periodo, laurearsi in un ateneo privato non sembra fare la differenza nel mercato del lavoro.
(Fonte: P. Trivellato e L. Triventi, roars 21-02-2013)