Home 2013 28 marzo LAUREE LAUREE. A UN ANNO DALLA LAUREA LAVORA SOLO UN LAUREATO SU TRE
LAUREE. A UN ANNO DALLA LAUREA LAVORA SOLO UN LAUREATO SU TRE PDF Stampa E-mail

Siamo ultimi in Europa per percentuale di laureati. Eppure a un anno dalla laurea lavora solo un laureato su tre. E chi lavora è sempre più precario. Di chi la responsabilità? Dell’università o di un tessuto produttivo restio ad assumere personale qualificato? A un anno dalla laurea lavora solo un laureato su tre. E chi lavora è sempre più precario, viene pagato in nero. Dopo cinque anni la situazione tende a migliorare: lavorano stabilmente 7 laureati su 10, tra i triennali quasi 8 su 10. Sono i dati del XV rapporto Almalaurea che colgono il drastico aumento della disoccupazione dei «colletti bianchi» che tra il 2010 e il 2011 è aumentata del 4% passando dal 19 al 23%. Una tendenza cresciuta del 5% negli ultimi 5 anni. Il precariato cresce tra i laureati triennali, +10% dal 2008 e +6% tra gli specialisti. Ma la laurea resta sempre un titolo da prendere perché garantisce un tasso di occupazione più elevato rispetto al diploma (+12%). Le prospettive non sono però rassicuranti. La bolla formativa è esplosa. Nei prossimi anni la componente maggioritaria dell’offerta di lavoro sarà costituita da individui in possesso della scuola dell’obbligo o di un diploma secondario. Nel 2010 il 37% dei manager aveva completato tutt’al più la scuola dell’obbligo, contro il 19% della media europea a 15 paesi e il 7% della Germania. Su 407 mila assunzioni previste, il 14,5% ha coinvolto i laureati e il 32,3% i lavoratori senza formazione specifica. Insomma per dirigere un’azienda – medio-piccola – non c’è bisogno di una specializzazione e per essere assunti non occorre la laurea.
Una volta di più AlmaLaurea conferma che la maggior responsabile dello scacco dell’istruzione pubblica italiana non è la scuola, o l’università, bensì il ridotto interesse del tessuto imprenditoriale (costituito per la maggioranza da Pmi) ad assumere personale qualificato, a partire dai livelli più alti. Se i vertici di un’azienda non sono laureati, perché dovrebbero assumere dipendenti più qualificati di loro?
(Fonte: R. Ciccarelli, roars 21-03-2013)