Home 2013 11 febbraio 11 Febbraio RICERCA. PETIZIONE PER IL DIRITTO A UNA LIBERA RICERCA SCIENTIFICA NELL’UNIVERSITÀ ITALIANA
RICERCA. PETIZIONE PER IL DIRITTO A UNA LIBERA RICERCA SCIENTIFICA NELL’UNIVERSITÀ ITALIANA PDF Stampa E-mail

Il 28 dicembre 2012 è stato pubblicato il bando PRIN 2012 (D.M. n. 957/ric.), sigla che sta per «Progetti di Rilevante Interesse Nazionale». Come nel bando 2010-2011, la procedura valutativa è suddivisa in due fasi, l’una di competenza locale (la cosiddetta “preselezione”), l’altra di spettanza ministeriale (la valutazione nazionale). Il nuovo bando, rispetto al dettato del precedente, introduce altri elementi, a nostro giudizio, assai negativi, che sono in rapporto proprio con il singolare concetto di preselezione. In ciascun Ateneo la procedura di preselezione sarà affidata al controllo di un comitato nominato mediante un decreto rettorale, riconducibile perciò, in definitiva, a un organo di governo monocratico, non collegiale (come per es. il Senato Accademico): in questo modo la scelta delle linee di ricerca prioritarie verrà a dipendere dai rapporti di forza esistenti all’interno di ciascun Ateneo, i quali per di più, in conseguenza di un inevitabile circolo vizioso, tenderanno a perpetuarsi e a cristallizzarsi nel tempo. Inoltre si specifica che i criterî di preselezione che ogni Università è chiamata a darsi dovranno tener conto non solo della qualità scientifica dei progetti (misurata dal «punteggio medio» assegnato dai revisori) ma anche degli «aspetti di natura strategica», vale a dire politica o d’immagine, come le «possibili ricadute in termini di visibilità, attrattività, competitività internazionale» dell’Ateneo o le eventuali «interazioni con soggetti imprenditoriali». Considerando la questione in una più ampia prospettiva europea, alla quale il bando ministeriale fa continuo riferimento richiamando istituzioni come l’European Research Council (ERC) e i suoi ambiti disciplinari, va detto che i criterî appena discussi tradiscono completamente lo spirito dell’ERC: nei bandi ERC non c’è, infatti, traccia dell’istituto della preselezione, né a livello di singolo Ateneo né a livello nazionale; né vi si trova accenno ai concetti di «visibilità», «attrattività» e simili, dal momento che in tali bandi si fa esclusivo riferimento alla bontà del progetto e alla qualificazione scientifica del coordinatore (il «Principal Investigator»). Il motto dell’ERC è infatti «Excellence is the sole criterion of evaluation», e solo questo criterio «will be applied to the evaluation of both the Principal Investigator and the research project in conjunction». E’ evidente che con questa nuova versione del bando PRIN, consonante del resto con alcune recenti disposizioni legislative che incrementano l’influenza della politica e del cosiddetto “territorio” sull’Università (L. 240/2010, art. 2, c. 1, lettere ‘h’ e ‘i’), si viene a ledere – non solo in prospettiva ma già oggi – l’effettività del diritto alla libera ricerca scientifica, affermato a chiare lettere nella nostra Costituzione (artt. 9 e 33).
Per questi motivi i firmatari della lettera-petizione sopra sintetizzata levano la loro protesta e invitano il Ministero a riformulare il bando PRIN 2012, presentandone un testo che sia fedele al principio dell’interesse nazionale della ricerca italiana.
(Fonte: redazione roars 11-01-2013)