Home 2012 31 Dicembre CONVENZIONE QUADRO ENTI DI RICERCA E UNIVERSITÀ. OSSERVAZIONI DI PARTE SINDACALE
CONVENZIONE QUADRO ENTI DI RICERCA E UNIVERSITÀ. OSSERVAZIONI DI PARTE SINDACALE PDF Stampa E-mail
La convenzione quadro tra enti di ricerca e università finalizzata a favorire lo scambio tra ricercatori e docenti rappresenta certamente una opportunità per rendere più omogeneo il lavoro all'interno di istituzioni non semplicemente confinanti ma in moltissimi casi intrecciate nelle attività e nelle finalità. Abbiamo però alcune osservazioni da fare circa i contenuti del testo che riteniamo passibili di rilevanti miglioramenti. Riteniamo, innanzitutto, che sia un errore grave aver limitato questa opportunità agli enti di ricerca vigilati dal MIUR. Si continua a perpetrare una politica di governo degli Epr antistorica nata dall'equivoco di aver limitato la previsione dell'autonomia statutaria ex articolo 9 della legge 168/89 a quelle istituzioni che avevano un rapporto con il MIUR. La cosiddetta strumentalità degli enti vigilati da altri Ministeri non può rappresentare la giustificazione per spaccare a metà la seconda rete di ricerca arrivando anche a stabilire una gerarchia professionale tra il personale dei diversi enti. La natura terza dei soggetti vigilanti, la necessità di un forte autogoverno e di una reale autonomia è, infatti, patrimonio di tutti gli enti perché esigenze connaturate all'attività di ricerca che essi svolgono. Basti pensare alle funzioni dell'Istat rispetto al sistema Eurostat che richiedono una fortissima indipendenza dal Governo pretesa dalla normativa Europea. Oppure alle funzioni dell'Istituto superiore di Sanità per il ruolo che svolge, oppure all'Ispra sulla delicatissima materia della sicurezza ambientale – vedi da ultimo il caso Ilva - o alle tematiche della sicurezza sul lavoro dell'Ispesl recentemente accorpato nell'Inail. Ancora più paradossale, in questo contesto, la collocazione dell'ENEA “laterale” rispetto a interi progetti di ricerca finanziati con bandi MIUR che rientrano nella sua missione con grave danno per l'Ente e i suoi ricercatori. Ma lo stesso può dirsi per l'attività di ricerca sociale che l'ISFOL svolge in materia di formazione e lavoro non casualmente bloccata dal precedente governo. E potremmo continuare. In tutti questi enti esiste una forte attività funzionale di “monitoraggio” e “intervento sul campo” ma sempre fondata su presupposti di autonomia e indipendenza dal decisore politico. Allo stesso tempo quest’attività convive con la ricerca anzi ad essa attinge alimentandola allo stesso tempo.
(Fonte: lettera flc/cgil 14-12-2012)